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Sanità

Medici specializzandi assunti in pandemia: l'Università chiede loro i rimborsi

L'Aaroi - Emac nazionale diffida l'Università di Trieste a ritirare i provvedimenti. UniTS ritiene che lo stipendio dei medici, assunti a tempo determinato da Asugi per far fronte all'emergenza, non sia cumulabile con la borsa di studio erogata, ma l'associazione anestesisti e rianimatori sostiene il contrario

TRIESTE - L’Università di Trieste chiede un rimborso ad alcuni medici specializzandi dopo aver erogato loro delle borse di studio in epoca Covid. Secondo l’Università, quel contributo non sarebbe stato cumulabile con lo stipendio che i medici ricevevano da Asugi, dalla quale erano stati assunti a tempo determinato per far fronte all’emergenza pandemica. Interviene a questo punto l’Aaroi-Emac nazionale, associazione degli anestesisti e rianimatori, che invia una diffida all’ateneo triestino affinché ritiri la richiesta di rimborso.

La diffida di Aaroi-Emac

Aaroi-Emac spiega che l’Università si rifà alla legge 145 del 2018 comma 548 sull’assunzione dei medici specializzandi, ma “tale normativa non era applicabile ai contratti in questione - spiega l’associazione nella sua diffida -, i contratti a tempo determinato di cui si discute devono essere disciplinati non dalla legge 145 del 2018 ma bensì dalla normativa ex d.l. n. 18 del 2020, con l’applicazione dell’art. 2-ter, comma 5, che prevede che i medici specializzandi ‘continuano a percepire il trattamento economico previsto dal contratto di formazione specialistica, integrato dagli emolumenti corrisposti in proporzione all’attività lavorativa svolta’”. Come specificato nella diffida, durante l’emergenza pandemica le aziende sanitarie “potevano ricorrere o alle graduatorie concorsuali in vigore, applicando la relativa disciplina (comma 548 bis), oppure all’avviso pubblico per conferire incarichi a tempo determinato, applicando la relativa disciplina (art. 2-ter), ma non potevano sovrapporre e confondere le due discipline”.

L’Asugi, stando a quanto dichiara Aaroi Emac, “ha emanato un Avviso previsto dall’art. 2-ter del d.l. n. 18 del 2020, però disciplinando i rapporti di lavoro che ne derivano ai sensi del comma 548 – bis della legge 145 del 2018. Tale inquadramento è illegittimo e deve quindi essere disapplicato”. In sostanza, queste assunzioni sarebbero “riconducibili alla deroga prevista dall’art. 2-ter”, secondo la quale, ritiene l’associazione anestesisti e rianimatori, il cumulo sarebbe consentito. Le diffide inviate dall’Università, ha detto Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale Aaroi-Emac “sono irricevibili. È inoltre estremamente spiacevole che si richiedano indietro somme relative ad un periodo difficilissimo che ha richiesto ritmi di lavoro e sacrifici eccezionali”.

Le repliche di Asugi e Università

Il direttore generale di Asugi Antonio Poggiana replica al quotidiano locale Il Piccolo che l’azienda ha “pagato quanto prevedeva la normativa”. Il rettore Roberto Di Lenarda, invece, spiega che la normativa sarebbe stata applicata correttamente: “non c’è dubbio che il contratto stipulato con i singoli professionisti escludeva la possibilità di cumulo di retribuzione” e dichiara che “non abbiamo potuto fare altro che applicare la legge, pena una responsabilità di tipo erariale”.

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