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Il caso che tiene banco

Stupro di Piacenza, a giugno a Trieste negata la protezione internazionale al 27enne indagato

L'organo triestino aveva anche acceso il semaforo verde, otto anni fa, alla prima richiesta di protezione avanzata dal 27enne nativo della Guinea ed accusato di violenza sessuale ai danni di una 55enne ucraina. "Non ho ancora potuto vedere questa informazione negli atti ma risulta anche a me così" queste le parole di Nadia Fiorami, legale di Sekou Souware

TRIESTE - Il 20 giugno la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Trieste aveva deciso di rigettare la domanda di protezione internazionale reiterata da Sekou Souware, il 26enne arrestato dagli agenti della polizia di Piacenza ed indagato per lo stupro di una 55enne di nazionalità ucraina, avvenuto in via Scalabrini all'alba dello scorso 21 agosto. "Risulta anche a me che la Commissione sia quella di Trieste ma al momento non ho ancora avuto modo di verificare la presenza di questa informazione negli atti" così Nadia Fiorami, legale dell'indagato e raggiunta telefonicamente da TriestePrima.  

Lo sbarco in Sicilia, poi Gorizia e via verso l'Emilia

Quella Commissione, presieduta oggi dal viceprefetto Massimo Mauro, aveva avuto a che fare con il fascicolo di Souware fin dal suo arrivo in Italia. Dopo essere partito (forse ancora minorenne) da Macente, in Guinea, il giovane era sbarcato sulle coste siciliane nel gennaio di otto anni fa. La prima richiesta di protezione internazionale. come riportato da Agi, era stata avanzata a Gorizia, dove era giunto dalla Sicilia nell'ordine dei consueti trasferimenti coordinati dal Viminale. Il 25 maggio del 2014 il permesso di soggiorno per motivi umanitari dell'allora diciottenne aveva quindi ricevuto il semaforo verde da parte della Commissione triestina. Come molti altri migranti, anche Souware si sposta, fino a trovare la sua collocazione in Emilia. 

I permessi e i documenti

Il permesso di soggiorno a quel punto gli viene rinnovato il 28 luglio dello stesso anno (2014) dall'ufficio immigrazione di Reggio Emilia ed altre due volte, in una finestra di tempo compresa tra il 2015 ed il 2017. Il 7 maggio 2019, sempre secondo quanto riporta Agi, Souware aveva avanzato la richiesta per il rinnovo del permesso di soggiorno "senza però mai ritirarlo". E' tutto un susseguirsi di richieste di documenti e di rinnovo di status, quello che compone il fascicolo del 27enne. Qualche mese fa, ed esattamente il 12 aprile scorso, è sempre l'immigrazione di Reggio Emilia a produrre il permesso di soggiorno come richiedente asilo e che "scadrà il 20 ottobre" di quest'anno. 

I casi che passano per Trieste

Passano poco più di due mesi ed ecco che la Commissione triestina si esprime, rigettando la domanda di protezione internazionale. "E' possibile che sia stata rigettata perché dichiarata inammissibile a causa di qualche recente criticità" così una fonte di TriestePrima. Il capoluogo del Friuli Venezia Giulia è in prima linea nella gestione dei migranti e il fatto che il fascicolo del 26enne sia passato anche per piazza Unità non deve stupire. Dopo essersi sottoposto all'interrogatorio da parte del gip Stefano Brusati, Souware è stato accompagnato in carcere dove gli è stata notificata la decisione della Commissione territoriale di Trieste di rigetto della domanda.  

Le polemiche per il video

Il caso di cronaca ha assunto una dimensione nazionale, anche a causa delle polemiche scatenate dalla pubblicazione, da parte della leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, del video dello stupro. Immagini già online su diversi organi di informazione e poi rimosse dai social. Il video è finito però nelle mani della Procura di Piacenza, che ha aperto un fascicolo d'indagine in merito alla sua diffusione. "Sono disperata, mi hanno riconosciuta da quel video" queste le parole che la vittima avrebbe pronunciato agli investigatori. 

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