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Venerdì, 26 Aprile 2024
"Emergenza sicurezza"

Tensioni in piazza Garibaldi, Siulp: "Emergenza sicurezza, la Polizia ha le mani legate"

Siulp mette in luce il problema delle espulsioni: "Necessario creare una forte sinergia tra tutti i soggetti coinvolti quali la Questura, la Prefettura, la Procura ed Giudice di Pace"

Riceviamo e pubblichiamo integralmente la nota del Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia)sui recenti fatti di cronaca avvenuti in piazza Garibaldi

L’ennesimo fatto reato di Piazza Garibaldi riporta un faro oramai acceso perennemente sulla situazione sicurezza della città. Nessuno però vuole parlare del vero problema. Alla recente festa della Polizia, il Questore ha esposto i lusinghieri risultati che palesano l’impegno dei Colleghi sul campo in termini di operazioni, arresti, controlli, denunce a piede libero nonché l’attività posta in essere dall’Ufficio immigrazione che, nel corso del 2021 si sostanzia in 146 espulsioni. Un dato sicuramente eccellente per Trieste, portato di un Ufficio competente e laborioso, che però è fallace nella misura in cui, non restituisce il dato reale. 146 sono in effetti i provvedimenti amministrativi di espulsione la cui paternità politica cade in capo al Prefetto.

La modalità esecutiva – ovvero come fare ad espellere il soggetto - invece è prerogativa del Questore che con le attuali normative dai tempi contingentati e stringenti, di fatto comporta che vengano effettivamente accompagnati alla frontiera un numero di stranieri che si contano sulle dita di una mano. Dal 2012 questo è l’incontrovertibile dato reale, che condanna Trieste quale campione nella produzione di carta straccia, anche a fronte di una presenza massiva di Polizia presso la Piazza oggetto dell’ultima scorribanda.

Ora come tutti si possono immaginare se il Prefetto emette un provvedimento amministrativo di espulsione, a monte vengono integrati i requisiti che vedono il soggetto destinatario quale persona pericolosa, perché magari ha commesso dei reati contro la persona, ha ceduto sostanze stupefacenti, ha commesso qualche rapina. L’inquadramento è sicuramente corretto e la prima fase si svolge senza criticità.

Purtroppo per portare ad esecuzione il provvedimento poi si deve scendere sul piano fattuale ed incasellare tutta una serie di ulteriori atti volti a perfezionare un procedura kafkiana, pena incorrere in potenziali responsabilità di carattere penale. In primo luogo va posta in essere l’Udienza di convalida del provvedimento in seno al Giudice di Pace alla necessaria presenza della difesa e di un interprete. Dopo l’Udienza va operato l’acquisto di un biglietto aereo dall’Italia al paese di origine dell’espellendo, possibilmente senza scali intermedi in quanto, l’espulsione non si fa accompagnando la persona in Slovenia. Va infine organizzata la scorta di Polizia per portare la Persona (spesse volte non collaborativa al rientro) all’aeroporto di partenza che potrebbe essere anche Milano, Roma all’ora di partenza del velivolo che, non viene scelta dalla Polizia. Questo concatenarsi di atti dovuti da mettere in fila uno dopo l’altro, comporta necessariamente un tempo di permanenza del soggetto presso gli Uffici di Polizia.

Oggi Trieste pullula di persone che non dovrebbero rimanere in sede locale e che alimentano il circuito di quella microcriminalità che desta allarme sociale e va stroncata sul nascere. Un danno a 360° per i cittadini, per i commercianti, per gli stessi cittadini stranieri che seguono le regole dell’onesto vivere civile e sono integrati nel contesto sociale, a tacer d’altro di tutto l’apparato che su questo fronte impegna numerose risorse a vuoto. Nessuno verrà mai sua sponte ad un udienza di convalida dove si decide il suo rimpatrio, ne tantomeno si presenterà da solo in aeroporto per rientrare dal paese da cui proviene.

Se allora vogliamo ragionare di sicurezza, dobbiamo creare una forte sinergia tra tutti i soggetti coinvolti quali la Questura, la Prefettura, la Procura ed Giudice di Pace. Una task force che si sieda ad un tavolo e metta a fattor comune tutte le riscontrate incontrovertibili professionalità con l’unico fine di superare l’impasse di una normativa astrusa che, permetta all’Ufficio di lavorare in serenità. L’auspicio veramente sentito è che si arrivi ad un protocollo condiviso a favore di tutti i consociati che scaturisca da un proficuo confronto e permetta poi all’Ufficio immigrazione di poter effettuare dentro una cornice di legalità condivisa ai massimi livelli il lavoro per il quale è preposto. Di ciò ne beneficeremo tutti in primis ribadisco gli stessi cittadini stranieri che seguono le regole e sono integrati da anni il cui comportamento disonesto, criminale di alcuni loro connazionali fa loro un danno d’immagine enorme che si riverbera su molti altri profili

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