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Cronaca

"Giocate per questa maglia, la Triestina è patrimonio di tutti": lettera ad una squadra in crisi

"Qui, a Trieste, nessuno vi dirà mai niente se la maglia a fine partita è sporca di fango. L'impegno, il sacrificio, la voglia, il carattere e la consapevolezza di indossare una maglia che ha una storia importante sono tutto ciò che in questo momento dovete tenere a mente"

TRIESTE - Fino a qualche anno fa, su un muro del Rocco lo spray nero degli ultras tratteggiava l'emblema delle croniche sofferenze rossoalabardate. "In questa annata nera Pavanel unica bandiera". Oggi che i greghi guardano gli altri far punti e la società sembra distante da una presa di coscienza di ciò che sta realmente accadendo, ecco che riemergono dal passato quegli oscuri presagi, riesumati anche dalla protesta odierna della curva Furlan. I motivi di questo iniziale fallimento sono tanti, sia ben chiaro. Non c'è un unico responsabile, ma sono lampanti le difficoltà tecnico-tattiche di una squadra che fa molta fatica. L'anno del centenario, quello concluso con la sconfitta nella finale di ritorno dei playoff contro il Pisa, era stato lo stesso Pavanel a chiedere agli organi di informazione della città una mano. "Aiutateci, non sparate a zero sempre, pensate che di fronte avete dei ragazzi. Cercate, se potete, di non calcare la mano quando le cose vanno male" questo il senso di quell'appello. 

Fate le cose semplici

Non possiamo esimerci dai giudizi, perché l'Unione - quella parola che ad inizio anno sembrava dovesse aprire le porte della serie B solo in quanto tale - è patrimonio collettivo di questa città. Abbiamo il dovere, mettendo da parte il nostro esser primi tifosi, di analizzare obiettivamente la situazione. Dopo un contro movimento di un attaccante in area non si può star fermi. Un attaccante in area va marcato, sentito, va marcato stretto, senza dargli possibilità di azione. A difesa scoperta si scappa e il pallone, quando in difficoltà, va sempre sull'esterno. I centrocampisti devono prendere le seconde palle e gli attaccanti dare una mano a far salir l'undici. Va saltato l'uomo e la palla non può tenerla tra i piedi chi non sa: la sfera devono averla tra i piedi quei giocatori che danno del tu al pallone, che lo sanno coccolare per la gioia della squadra e dei tifosi (mai per un piacere personale, non siamo sul palco, non giocate con la Primavera). In campo chi ha più esperienza deve parlare e i giovani ascoltare. 

Impegnatevi, nessuno vi contesterà

Qui, a Trieste, nessuno vi dirà mai niente se la maglia a fine partita è sporca di fango. L'impegno, il sacrificio, la voglia, il carattere e la consapevolezza di indossare una maglia che ha una storia importante sono tutto ciò che in questo momento dovete tenere a mente. Non vi interessa e credete di poter disporre del privilegio - dei capricci - di un procuratore sveglio e attento ai movimenti di mercato? Bene, la società batta un colpo e vi mandi a casa. Siete convinti di essere nel posto sbagliato perché "io ho giocato e merito di più"? Grazie, potete rimanere a casa. Se invece pensate di poter rimanere nella storia della Triestina iniziando una clamorosa risalita, allora sì che siete sulla strada giusta. Siete convinti che si possa invertire il trend dando battaglia ogni domenica? Bene, siete i benvenuti. Mettete in pratica ciò che vi viene chiesto di fare, senza pensare che in fondo è sempre colpa degli altri. Fatelo per la maglia, fatelo per far tornare i tifosi allo stadio, fatelo perché la maggior parte di voi è giovane e senza risultati di collettivo, alla fine del contratto con la Triestina non andrete da nessuna parte. 

Fatelo da oggi. Perché in alcune occasioni avete dimostrato di saperlo fare. 

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