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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Il rappresentante studenti: "Scuola a distanza è una sconfitta necessaria"

Parla Matteo Zambon, rappresentante degli studenti di un Istituto Tecnico Superiore di Secondo grado di Trieste: "La Dad ha danneggiato gli studenti ma di fronte alle varianti del virus non abbiamo scelta"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Matteo Zambon, rappresentante degli studenti di un Istituto Tecnico Superiore di Secondo grado di Trieste:

Tra innumerevoli decreti legge è ormai passato un anno dall’inizio dell’emergenza che ha sconvolto l’intero Paese e la vita di tutti noi giovani studenti, considerati dal Governo Italiano come persone facilmente sacrificabili in tutti sensi. L’evolversi della pandemia, soprattutto in questo ultimo mese, ha mostrato con grande chiarezza i danni causati dalle numerose varianti presenti nel globo che, con il passare delle settimane, si stanno sempre di più diffondendo anche in Italia. E tutto questo, purtroppo, sta influendo sempre di più sulla nostra istruzione e formazione scolastica.

D’altronde, a mio parere, il Presidente della regione FVG Massimiliano Fedriga ha fatto una scelta molto delicata e difficile già per sé, ma fortunatamente ha scelto di optare per la tutela della salute di tutti, soprattutto di noi studenti. Attualmente a colpire noi giovani, permane la variante inglese, un “derivato” del COVID-19 molto pericoloso che andrebbe in qualche modo “placato” al più presto mediante i famosi vaccini che, in questi giorni, si stanno somministrando a varie categorie di persone. 

Ci riteniamo molto preoccupati di tutta questo evolversi del virus e di conseguenza stiamo cercando di offrire una seria collaborazione al fin di evitare la diffusione di quest’ultimo all’interno anche delle nostre scuole. Purtroppo, come ben sappiamo, la dad non può, e mai potrà, sostituirsi a una classica lezione in presenza, in cui gli studenti e i loro docenti possono comunicare non solo con le parole e con i libri, ma soprattutto con l’incontro fisico, o come si suol dire, “faccia a faccia”. In più, negli edifici scolastici non trascuriamo la presenza degli altri operatori, come le famosissime “bidelle” e i famosissimi “bidelli”, che rappresentano spesso una fonte di conforto e supporto psicologico per molti studenti, cosa che in dad purtroppo non esiste.

Ci ritroviamo in un periodo molto difficile, sia per noi studenti che per tutte le imprese locali come bar e ristoranti; siamo noi però, quelli che stanno subendo delle inevitabili conseguenze riguardati il piano formativo scolastico di questo 2021. La scuola dovrebbe venir posta al primo posto, o almeno tra i primi 3 obiettivi che si vogliono raggiungere nei prossimi mesi. Alternare le due tipologie di didattica ci fa solamente star male emotivamente parlando… non vedevamo i nostri compagni da molto tempo e proprio ora, passate 2 o 3 settimane massimo, torniamo alla situazione di prima.

Questi mesi di didattica a distanza, senza dubbio, sono stati una ferita profonda in termini non solo di qualità della didattica, ma anche di socialità e di relazione. Ritornare in quest’ultima rappresenterà solamente una sconfitta… ma una sconfitta che dovremo accettare per forza in quanto la salute viene prima di tutto, e se questo potrà garantirci un secondo futuro ritorno in classe in sicurezza allora, io personalmente, sono a pieno favore della scelta presa oggi 3 marzo 2021.

Per consentirci un prossimo rientro in presenza e, nella speranza, duraturo fino a fine anno scolastico, andrebbe di certo, in qualche modo, sistemato il piano trasporti che attualmente è in una situazione sì difficile, ma secondo me potrebbe essere migliorata ancor di più. I nostri presidi, come anche i professori, stanno facendo decisamente il possibile per garantirci un’istruzione adeguata nonostante la pandemia e per questo li ringrazio a nome di tutti gli studenti che frequentano le scuole di ogni ordine e grado del Friuli-Venezia-Giulia. Tentiamo a questo punto anche questo ennesimo grande sacrificio, nella speranza che il tutto si sistemi al più presto… perché tutti noi vogliamo tornare a “vivere” come una volta.

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