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Lunedì, 29 Aprile 2024
Digitalizzazione

Industrie del Nord est con il freno a mano: solo una su 10 si è digitalizzata

C'è ancora molto da fare per portare le aziende verso un nuovo orizzonte tecnologico. Confindustria Alto Adriatico ha fatto il punto della situazione nel territorio

Le imprese arrancano nella conversione verso la modernità e fanno fatica a trasformarsi con il digitale. Il dato per le imprese associate a Confindustria Alto Adriatico (Pordenone, Gorizia e Trieste) è in linea con quello nazionale, ma emerge che c'è ancora molto da fare. 
A maggior ragione in settori in cui l'efficienza della produzione, le tecnologie di avanguardia e il konw-how fanno la differenza rispetto alle concorrenti di altri Paesi. Per questo l'associazione degli industriali ha disegnato la situazione attuale attraverso un sondaggio rivolto alle aziende.

Il digitale non attira gli imprenditori del Nordest

Il primo elemento che balza agli occhi dall’analisi dei dati è che il 56% delle aziende, poco più della metà, quindi, ha sin qui beneficiato delle agevolazioni di “Industria 4.0” dal 2017 ad oggi. Tra di esse il 62% dichiara, pur in presenza di modifiche ancora parziali, un cambio nell’organizzazione e nelle modalità di lavoro mentre il 27% ha invece sottoscritto l’assenza di modifiche sostanziali. Solamente una piccola parte, pari all’11% dichiara di aver avuto una completa trasformazione digitale. Tra le ragioni addotte dagli imprenditori in tema di mancato accesso a iper/super ammortamento e/o credito di imposta, figurano l’assenza di investimenti in tecnologia (46%) o in macchinari (35%), non essere a conoscenza degli incentivi (14%) o la troppa burocrazia (5%).
Più in generale, però, il 56% delle imprese vede con favore gli investimenti in tecnologia di cui sono già in grado di quantificare i margini di miglioramento. Che potranno essere consistenti (23%), abbastanza consistenti (34%), percepibili (41%) e non percepibili (1%). Se esistano o meno in azienda le competenze per cogliere i benefici della digitalizzazione, solo il 32% ha risposto positivamente, mentre la maggior parte delle aziende ritiene che siano in parte presenti ma servirebbero maggiori competenze specifiche manageriali e tecniche, oppure che è necessario un forte percorso di crescita e formazione.

I dati preoccupanti sull'industria italiana 

Come spiega Massimo Olivotto di Lef, azienda che si occupa della trasformazione digitale delle imprese, l’Italia, pur essendo la terza economia dell’area euro, si posiziona al quindicesimo posto per performance. 
Mancano investimenti in innovazione e dipendenti formati con le giuste abilità e competenze. Inoltre un problema è la cosiddetta “valle della morte” delle sperimentazioni: la maggior parte delle aziende che ha investito in Industria 4.0 ha intrapreso azioni concrete volte a trovare delle soluzioni per creare benefici reali e del valore aggiunto per le proprie organizzazioni. Solo una piccola parte di queste iniziative e sperimentazioni, però, è stata trasferita ad una fase industriale.

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