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L'Accademia della follia compie 30 anni, venerdì la grande festa al Rossetti

Un documentario, la presentazione di un libro e uno spettacolo teatrale sono gli omaggi che il 21 ottobre verranno tributati alla creatura voluta fortemente da Claudio Misculin, l'attore scomparso tre anni fa

TRIESTE – “Riuscirà lo spettatore a distinguere sul palco il matto dall’attore?”. L’Accademia della follia compie i suoi primi 30 anni e il 21 ottobre prossimo il Teatro Stabile Domenico Rossetti ospita la festa con tre importanti appuntamenti. Si parte alle 17:30 in sala Bartoli con la proiezione del documentario di Erika Rossi dal titolo “Noi siamo gli errori che permettono la vostra intelligenza”. Si prosegue, sempre nello stesso luogo, alle 18 con la presentazione del volume a cura di Angela Pianca e Franco Rotelli, dal titolo “Accademia della follia, un viaggio lungo 30 anni”. Alle 20:30 gran finale poi con “Noi sappiamo i nomi in viaggio con Pier Paolo Pasolini”, spettacolo teatrale per la regia di Antonella Carlucci.

Alla conferenza stampa sono intervenuti, tra gli altri, l’assessore alla Cultura Giorgio Rossi e il presidente del Rossetti Francesco Granbassi. “Dal rione di San Giovanni nasce una crescita che ho fatto nella mia vita – ha affermato Rossi – e che mi ha portato a comprendere come anche la follia debba essere vita come una componente positiva. Se non c’è quella componente, anche nelle situazioni difficili che stiamo vivendo, viviamo forti difficoltà. Siamo tutti uguali e tutti devono avere le stesse chance”. La collaborazione tra il Rossetti e l’Accademia della follia va avanti da molti anni e, come ricordato dal presidente Granbassi, “si potrà sicuramente rinsaldare negli anni”. Presenti anche il direttore del Dipartimento di salute mentale Pierfranco Trincas e Arturo Rippa, direttore del Servizio abilitazione residenze e Rems di Trieste.

È del luglio di quest’anno la notizia poi che il materiale dell’archivio personale di Claudio Misculin, il fondatore dell’Accademia venuto a mancare tre anni fa, è entrato ufficialmente nell’Archivio di Stato. Durante la conferenza stampa è stato lanciato l’appello affinché il Comune di Trieste possa dedicare una via a Claudio Misculin. “Quando abbiamo cominciato non c’era niente di simile in Italia – ha detto Angela Pianca – e nel corso degli anni siamo arrivati a coinvolgere i matti per mestiere e gli attori per vocazione. Fare teatro, per noi, significava scoprire altri mondi negli occhi degli altri. Non era terapia, ma era terapeutico”.

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