Inaugura lo "Spazio Fogart" della mostra "Nemesis" di Paolo Cervi Kervischer
Inaugura lo "Spazio Fogart" in via Lazzaretto Vecchio 15 con la mostra “Nemesis” dell’artista triestino Paolo Cervi Kervischer. L'appuntamento è per venerdì 19 gennaio alle ore 18:30. Spazio Fogart è un luogo pensato e ideato dalla responsabile Barbara Fogar come spazio culturale in cui esprimere al massimo la potenzialità dell’arte, partendo dal maestro Cervi Kervischer (PCK), che Barbara Fogar segue con attenzione da quasi vent’anni.
Nemesis è la raccolta di tutti i lavori compiuti da PCK negli ultimi tre anni che raccontano il bilico e l’inevitabile rottura a cui il genere umano è destinato se non si redime in tempo. Da qui Nemesis che, secondo il mito greco, ritorna nella vita degli uomini per ristabilire la giustizia, l’equilibrio tra il bene e il male, rispondendo ad una legge d’armonia che non perdona nulla, ma tutto esige. Opere che riflettono le antiche Erme, utilizzate un tempo per erigere la memoria di uomini illustri, diventano nelle opere di Cervi Kervischer l’innalzamento della sconfitta, del ludibrio e della cecità. A fianco, le Assistenti sono le testimoni – non riferite al genere femminile per forza – di questi “uomini illustri della decadenza” e ne rappresentano l’oblio e l’omertà che porteranno poi alle quattro raffigurazioni pittoriche dell’hybris, dell’ignavia, della tracotanza e della sconfitta.
Come scrive Francesca Schillaci, biografa dell’artista, sulla presentazione della mostra: “La legge più antica dell’uomo fu la Nemesis, il concetto ancestrale dello “spartire” la nostra parte di giustizia e assumercene ogni responsabilità. Nel momento in cui l’essere umano infrange questa legge del limite, Nemesis chiede di pagarne le conseguenze, in quanto portatrice per sua natura dell’equilibrio imprescindibile tra bene e male, tra giustizia e ingiustizia, assegnate ad ogni uomo come destino. Nella mostra Nemesis, Paolo Cervi Kervischer ci racconta la legge universale che mette tutti quanti in comune, in relazione, in ascolto, per mostrarci quanto la nostra società contemporanea sia imbalsamata in concetti di giustizia nemica, antiumana, prorogata all’infinito alla disuguaglianza raffigurata dalle Erme. Come un riflesso, la società ingloba e sposa questa visione e la attua nella realtà trasformando ogni singolo individuo in un progetto di tracotanza, basato sulla cecità e l’ignavia che inevitabilmente portano alla sconfitta. Laddove l’uomo sociale ha fatto della polis una questione di hybris, della comunanza e comunità dunque un eccesso di autoproclamazione individuale, invece che collettiva, ecco che tutto si trasforma in Nemesis, chiamata a ripristinare un ordine, a ricordarci il limite e a punirci per averlo oltrepassato senza alcuna consapevolezza. Nemesis è colei che risponde alla legge dell’armonia e se questa viene infranta, l’uomo paga.”
Il richiamo alle lettere greche è uno dei fil rouge dell’arte di Paolo Cervi Kervischer che si rifà alla classicità come tempo e spazio in cui il limite era necessario per esprimere al meglio il potenziale umano di qualunque talento, un limite da cui viene l’origine dell’uomo, lo stesso uomo che l’artista mette in luce nelle sue infinite possibilità, tanto quanto nei suoi infiniti fallimenti.