In Consiglio regionale la mostra "Del silenzio e della luce" di Claudio Mario Feruglio
Lunedì 13 marzo alle ore 11,00 il Presidente del Consiglio inaugurerà al Palazzo del Consiglio regionale la mostra personale dell’artista Claudio Mario Feruglio intitolata Del silenzio e della luce. Voluta dalla Presidenza nell’ambito delle iniziative di promozione e valorizzazione della cultura e delle arti in Regione presenta una quarantina di opere scelte realizzate dal maestro friulano dal 2000 al 2022 ispirate alla poetica del silenzio e dell’ascolto interiore, temi a lui particolarmente cari. Introduzione critica di Marianna Accerboni. Di Feruglio hanno scritto autorevoli personalità del mondo della cultura e dell’arte, rilevando come nelle sue opere si manifesti il Silenzio e la Luce per farsi proiezione in ognuno di noi. Già Carlo Sgorlon in un importante saggio di qualche anno fa scriveva di Feruglio definendolo il pittore del silenzio e dell’ascolto sommesso della musica suprema dell’universo.
Non potrebbe essere diversamente per un artista come lui che, nel corso della sua attività, dalla formazione accademica a oggi, ha realizzato opere uniche modulandole secondo un linguaggio personale che invita all’ascolto interiore. «Ho sempre cercato di dipingere – dice di sè il maestro – non dal vero, ma l’incontro del mio pensiero con la verità. La mia pittura è una forma di preghiera, un andare oltre le cose del mondo. Forse neppure io mi rendo conto di quanto di meravigliosamente bello sta avvenendo in me quando dipingo. Un dono di grazia! Spero di essere riuscito a cogliere con le mie pitture almeno qualche briciola di infinito. Mi auguro che chi osserverà i miei quadri possa vivere questa esperienza, lasciandosi ammaestrare dalla luce del silenzio. Abbiamo bisogno di un’arte di valori che contribuisca a diffondere la cultura della bellezza. Una bellezza interrogante che scuota dal torpore le coscienze e le indirizzi verso la vera luce.» Sarà l’architetto Marianna Accerboni a tracciare il profilo del nostro artista. L’arte di Feruglio – dice la studiosa – è sospesa tra rigore, lirismo e percezione dell’infinito.
I dipinti risultano affascinanti ma non estetizzanti, piuttosto sono introspettivi con un battito d’ali che tocca e coinvolge il sentire collettivo. Avvalendosi di un cromatismo intenso, impreziosito da molteplici velature e simbiotico in rapporto alle predilezioni espressioniste, l’artista costruisce un ponte di luce tra realtà e infinito, tra individuo e universo, con intuizioni poeticamente e intellettualmente elevate, che addolciscono la vitalità graffiante dell’espressionismo secondo una vena neoromantica molto attuale ed emozionante, che ci rende tutti partecipi della sua concentrata introspezione di apertura universale.
Nato a Udine nel 1953 ha completato gli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia, allievo dello spazialista Edmondo Bacci. Durante la permanenza a Venezia, lo studio, il disegno, la pittura, le visite a chiese e musei lo impegnano in una riflessione di natura intimista che eleva la sua ricerca pittorica a strumento di introspezione e spazio etico. Definito dai suoi commentatori come personalità portata alla riflessione, la sua ricerca di trascendenza è fin dagli inizi tema fondante della propria opera, insieme alla sua friulanità. Si intensifica negli anni seguenti una partecipazione attiva alla vita artistica friulana e nazionale. Nel 1981 è tra i vincitori del Premio nazionale San Fedele, che lo pone all’attenzione della critica milanese. Tiene di seguito mostre personali e collettive in Italia e all’estero, presso gallerie private ed istituzioni pubbliche: in Austria, Germania, Svizzera, Principato di Monaco, Slovenia, Croazia, Bosnia Herzegovina, Francia, Polonia, Finlandia, Spagna, Gran Bretagna, Turchia, Giappone, Cina, Brasile, Australia.