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Destra e sinistra non trovano l'accordo sul "fine vita"

Bocciata la mozione presentata da Enrico Bullian (Patto - Civica) in consiglio regionale

Alla fine l'intesa non si è trovata. Troppo distanti i pensieri di maggioranza e minoranze in consiglio regionale sul tema del fine vita, a tal punto da bocciare il testo della mozione presentato inizialmente a nome di Enrico Bullian (Patto - Civica). La lunga e articolata discussione sui testi proposti da una parte da Enrico Bullian (Patto-Civica) e dall'altra da Carlo Bolzonello (Fedriga presidente) non è approdata al documento unitario auspicato dal centrosinistra. Troppo distanti le posizioni tra i due poli: da una parte la minoranza che, forte della sentenza della Corte Costituzionale del 2019, auspica una legge regionale che regoli il tema del fine vita con indicazioni per chi sceglie di anticipare la propria morte in modo medicalmente assistita, in attesa di un intervento del Parlamento e in linea con i contenuti della proposta di legge popolare firmata in Friuli Venezia Giulia da 8mila tra cittadini e cittadine. Dall'altro la maggioranza di centrodestra che, nel metodo, considera impercorribile la strada della norma regionale - come ha ribadito in aula lo stesso presidente della Regione Massimiliano Fedriga - e, nel merito, punta sul rafforzamento delle cure palliative e della terapia del dolore per le persone malate terminali.

Grazie alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, in Italia è possibile richiedere il suicidio medicalmente assistito, ossia l’aiuto indiretto a morire da parte di un medico. Le condizioni richieste sono quattro: la persona che ne fa richiesta deve essere pienamente capace di intendere e volere, deve avere una patologia irreversibile portatrice di gravi sofferenze fisiche o psichiche, e deve sopravvivere grazie a trattamenti di sostegno vitale. Attualmente in Italia l’eutanasia costituisce reato e rientra nelle ipotesi previste e punite dall’articolo 579 (Omicidio del consenziente) o dall’articolo 580 (Istigazione o aiuto al suicidio) del Codice Penale mentre, come scritto, il suicidio medicalmente assistito in determinati casi e la sospensione delle cure – intesa come “eutanasia passiva” – costituisce un diritto inviolabile in base alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale e alla legge 219/2017.

Le voci dissonanti

Il dibattito in consiglio regionale ha fatto comunque emergere alcune voci dissonanti rispetto alle linee-guida dei rispettivi schieramenti, quelle di Roberto Novelli (Forza Italia) da una parte, personalmente favorevole al suicidio medicalmente assistito, e quelle di Francesco Russo e Andrea Carli (Partito Democratico) dall'altra, contrari a una legge regionale sul fine vita e unici due consiglieri di opposizione a non firmare la mozione Bullian. In coerenza con la loro posizione, Russo e Carli non hanno partecipato al voto sul testo presentato dal consigliere del Patto-Civica, che è stato così bocciato per 27 a 17. L'intero centrosinistra invece non ha partecipato al voto sulla mozione Bolzonello, approvata con i sì del Centrodestra e bocciata esplicitamente dal solo Furio Honsell (Open).

Mozione Bolzonello

Una posizione netta l'ha presa Carlo Bolzonello, della lista Fedriga presidente. "In tema di fine vita era necessario riproporre la questione su un binario corretto, stabilendo alcuni principi cardine, a cominciare dal fatto che a nessuno è concesso di porre fine alla sua vita con la complicità del sistema sanitario. Un tanto lo dice espressamente la nostra Costituzione", ha dichiarato cercando di portare il discorso su un altro piano, quello delle cure palliative. "C'è la necessità di rafforzare l'alleanza tra le famiglie e il mondo della sanità per individuare percorsi propri del malato e di attivare dei tavoli di valutazione medica omogenei, con percorsi certi, al fine di elaborare procedure uniformi, per potenziare le cure palliative e nei casi previsti giungere alla sedazione profonda e monitorare il rispetto della legge, al fine di fermare qualsiasi forma di accanimento terapeutico". Tutti concetti che il consigliere Bolzonello ha riassunto nel testo della mozione. "Ritengo doveroso ricordare che la tanto menzionata sentenza della Corte Costituzionale del 2019 non ha affermato, o riconosciuto, un diritto incondizionato al suicidio, ma solo la facoltà per una persona pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, per lei fonte di sofferenze fisiche o psicologiche, di far accertare, dalle strutture del sistema sanitario, la presenza dei requisiti indicati nella sentenza della Corte Costituzionale", ha dichiarato. "Su un altro aspetto la sentenza è particolarmente chiara: l'adeguatezza di informazioni per il paziente in ordine alle possibili soluzioni alternative, con particolare riguardo all'accesso alle cure palliative e non la semplice segnalazione della loro esistenza".

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