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Cronaca

Un respiro di sollievo: con la chiusura dell'area a caldo l'aria di Servola è migliorata

A certificarlo sono i dati del monitoraggio effettuato dall'Arpa. Ad un anno dalla chiusura dell'alto forno le Pm10 crollate di due terzi e i fumi sembrano ormai un lontano ricordo. "Potrebbero esserci ancora disagi nella fase finale delle demolizioni" fanno sapere i tecnici. Scoccimarro raggiante

Servola può finalmente tirare un respiro di sollievo. La strada per ridisegnare l'area dell'ex Ferriera è ancora molto lunga ma la dismissione dell'area a caldo fa finalmente respirare il rione. L'indicazione arriva dall'Arpa Fvg che nella mattinata di oggi 15 aprile ha reso pubblico il monitoraggio effettuato sia prima che dopo la chiusura dell'altoforno dello stabilimento siderurgico. Il report evidenzia la "netta riduzione della polverosità nelle ore pomeridiane e serali, nei mesi estivi e nelle domeniche" e un "netto miglioramento dei livelli di benzene nelle ore diurne e nei mesi estivi". 

"Beneficio per tutta la città", le parole di Scoccimarro

Nonostante lo studio consideri solo Pm10 benzene e benzo(a)pirene (i cosiddetti traccianti ndr), il miglioramento della qualità dell'aria fa ben sperare per il futuro dell'area e apre la strada al ritorno della normalità. "La Ferriera inquinava - ha affermato l'assessore regionale all'Ambiente Fabio Scoccimarro - ed è evidente come dopo la sua chiusura il valori degli inquinanti siano crollati. Le Pm10 sono diminuite di due terzi. A trarne beneficio non è solo Servola, ma tutta la città". Le misurazioni hanno coinvolto anche le centralina dell'Arpa di piazza Carlo Alberto e di piazzale Rosmini, così da arrivare ad uno studio integrato grazie al confronto dei dati. 

La rivoluzione: abbattute oltre 15mila tonnellate di materiale

Tornando al presente della Ferriera, a subire dei cambiamenti non è stata esclusivamente l'aria, bensì anche il panorama. Un quadro, quello dello stabilimento Arvedi, quasi irriconoscibile in virtù della spettacolare demolizione degli impianti, che ha lasciato sul campo qualcosa come circa 15mila tonnellate di materiali. Lo smaltimento delle parti demolite - così è stato spiegato durante la conferenza stampa - avviene grazie al trasporto su rotaia fino al quartier generale di Arvedi a Cremona, dove vengono fuse ed infine prodotto altro acciaio. Non si butta via niente". La maggior parte delle demolizioni è stata già effettuata, mentre l'operazione dovrebbe concludersi quest'estate. "Potremmo attendere qualche disagio durante le ultime demolizioni - ha concluso Scoccimarro, ricordando anche l'episodio di spolveramento avvenuto lo scorso 21 gennaio - ma la Regione e Arpa continueranno a monitorare il rientro nella soglia di sicurezza di questi fenomeni, così da contenerli e renderli sopportabili". 

La transizione

L'obiettivo è ora quello di rendere "green" la Ferriera e la Regione conferma la sua vigilanza in merito al rispetto del cronoprogramma. Infine, sul fronte del laminatoio il 24 marzo scorso è stato avviato il procedimento di screening della Valutazione di impatto ambientale per il nuovo impianto. Se nei 45 giorni successivi non si dovessero presentare "eventuali osservazioni pubbliche", allora la chiusura dell'operazione potrebbe avvenire in tempi brevi. All'esito della Via, si darà vita all'ultimo atto della tanto attesa transizione: la vecchia Autorizzazione di Impatto Ambientale va modificata per renderla coerente con il nuovo assetto produttivo. Quel giorno la Ferriera sarà soltanto un lontano ricordo. 

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