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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il caso triestino

Fatturati miliardari, beneficienza e "ombre": cos'è Aldi, il colosso che ha licenziato un sindacalista

Sabato 19 marzo a Trieste è andata in scena la protesta dei sindacati e di alcuni partiti di opposizione in merito al licenziamento di Giovanni Manca, quarantenne ed ormai ex dipendente della multinazionale tedesca. Vediamo un po' di numeri e di informazioni

Circa 200 mila dipendenti in tutto il mondo, un fatturato di poco inferiore al Pil della Bulgaria e solo in Italia la bellezza di centinaia di punti vendita. Parliamo dell'ottavo colosso mondiale della grande distribuzione, la multinazionale tedesca Aldi che a Trieste è salita all'onore delle cronache non tanto per qualche imperdibile offerta bensì per il caso del quarantenne Giovanni Manca, sindacalista di origini sarde, che nei giorni scorsi è stato licenziato. Una decisione che oltre ad aver fatto il giro del web e degli organi di informazione, ha scatenato la protesta della Cgil e della politica d'opposizione che ha visto la presenza di circa una ottantina di manifestanti.   

La base logistica a Verona

Ma chi è Aldi? La sua entrata in Italia - che i due fondatori Karl e Theo Albrecht hanno separato in due sezioni, quella Nord e quella Sud - risale al 2017, quando la controllata austriaca Hofer ha inaugurato il suo polo logistico a Oppeano (in provincia di Verona). I punti vendita invece sono stati aperti in contemporanea l'1 marzo dell'anno successivo. La crescita esponenziale del numero di negozi porta l'azienda ad aprirne il centesimo nel 2020. In concomitanza con il boom della grande distribuzione dovuta anche e soprattutto alle conseguenze scatenate dalla pandemia, ecco che Aldi nel solo nord Italia è arrivata a gestire quasi 140 punti vendita. Tra fatturato e dipendenti, numeri da capogiro.

I rapporti con sodalizi nella ricerca

L'azienda, che in Italia vanta collaborazioni importanti con l'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e con la Fondazione del Banco Alimentare, ha una politica molto precisa nel controllare le proprie risorse, per non dire una tendenza al risparmio. Secondo quanto pubblicato da Glassdoor, una piattaforma indipendente dove impiegati ed ex dipendenti condividono recensioni legate alle attività aziendali e soprattutto con riferimento a dettagli contrattuali, lo stipendio medio di un addetto alla vendita (come nel caso di Giovanni Manca) risulterebbe essere di poco inferiore ai 900 euro. Quello dell'area manager, invece, di poco superiore ai 40 mila euro annui. 

In Slovenia, Austria e Friuli Venezia Giulia

Nella vicina Slovenia, la controllata Hofer gestisce poco meno di 100 punti vendita, mentre in Austria i supermercati sono quasi 500. In Italia è la Lombardia la regione a guidare la classifica delle aree a maggior presenza della multinazionale. In Friuli Venezia Giulia, Aldi gestisce 11 punti vendita. Le provincie di Udine e Pordenone ospitano complessivamente otto punti vendita, mentre a Trieste i supermercati sono due (via del Coroneo e via Fabio Severo), mentre in provincia di Gorizia c'è solo il punto vendita di Ronchi dei Legionari. Quest'ultimo, assieme al supermercato di Manzano, in occasione della protesta inscenata a Trieste sabato 19 marzo, sono rimasti chiusi. Nel mondo del web si trovano numerosi articoli (non sempre benevoli) riferiti alla merce messa in vendita da Aldi. 

Le ombre

Nel febbraio del 2021 The Guardian ha raccontato che, a causa della presenza di salmonella in alcuni prodotti, nella sola Inghilterra solo nei primi due mesi dell'anno in questione si erano registrati circa 480 casi (con un decesso), di cui quasi la metà in persone di età uguale o inferiore a 16 anni. La Food Standards Agency aveva emesso una serie di richiami per pollo venduto nelle catene del Sainsbury, Morrisons, Lidl, Iceland e Aldi. Negli Stati Uniti, come riportato da Seafoodsource nel 2021, la catena è stata interessata da una causa per pubblicità e marketing ingannevole intentata dalla Ogm/Toxin Free Usa e presentata alla Corte Suprema nel distretto di Columbia. Secondo quanto pubblicato da Christine Blank, il salmone di allevamento che Aldi mette in vendita proverrebbe da "allevamenti ittici industriali che utilizzano pratiche insostenibili e distruttive per l'ambiente, incluso l'uso di sostanze chimiche tossiche". 

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