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Lunedì, 29 Aprile 2024
La sentenza

Case popolari, Roma boccia la riforma Fedriga: "È illegittima"

La sentenza è stata emessa lo scorso novembre ma è stata depositata il 12 febbraio. Nel testo trova spazio anche l'annullamento dell'ordinanza del giudice del lavoro del tribunale di Udine, con cui era stato rimosso l'articolo che chiedeva documentazione attestante il "non essere proprietari di altri alloggi, all’interno del territorio nazionale o all’estero". Per la Consulta il tribunale avrebbe dovuto prima sollevare la questione in sede di legittimità costituzionale. Esultano le opposizioni, mentre la maggioranza si dice perplessa

ROMA - La Corte costituzionale ha dichiarato illegittimo l'articolo 29 della riforma delle politiche abitative modificato dalla giunta Fedriga nel 2018, articolo che sanciva l'obbligo di presentazione di documenti che attestassero il "non essere proprietari di altri alloggi, all’interno del territorio nazionale o all’estero" e ha annullato l'ordinanza del tribunale di Udine che aveva rimosso l'articolo inserito dalla Regione ed oggetto del procedimento.

La sentenza

Nella sentenza, emessa il 23 novembre 2023 e depositata il 12 febbraio scorso, si legge inoltre che "non spettava al giudice del lavoro del tribunale di Udine la rimozione" la rimozione del comma 3-bis dell'articolo 12 della legge (ovvero i dettagli sulle domande di contributo), in quanto avrebbe dovuto sollevare la questione di legittimità costituzionale sull'articolo 29 (ovvero la data a partire dalla quale si sarebbe potuto presentare la domanda) prima di emettere l'ordinanza di rimozione. Il presidente Augusto Antonio Barbera ha così messo la parola fine ad una questione che si trascinava da tempo. La legge in questione era stata approvata dalla giunta Serracchiani nel 2016, mentre l'amministrazione guidata dall'esponente leghista aveva deciso, due anni dopo, di modificarne alcuni contenuti relativi all'accesso delle domande da parte di cittadini di origine straniera.

Le reazioni delle opposizioni

Il caso ha scatenato dure reazioni da parte delle opposizioni. "Gli slogan xenofobi della Lega e dei suoi alleati ancora una volta sono stati smentiti non solo dal buonsenso, ma anche dalla Corte Costituzionale" ha commentato il Patto per l’Autonomia. Nella legge, secondo Moretuzzo e compagni, "si discriminavano le persone extracomunitarie, obbligandole a presentare documenti spesso non reperibili nei paesi d’origine. La sentenza della Corte è l’ennesima figuraccia della Lega". Per la consigliera regionale del Partito democratico Laura Fasiolo "la Lega, anziché prendere atto che la norma è illegittima, stia già pensando a come girare attorno alla sentenza della Corte costituzionale. Parlano di equità e fingono di accettare la sentenza, quando è invece evidente che l'unico loro fine è colpire a ogni costo e con ogni mezzo gli stranieri regolari". 

La giunta rimanda al mittente le accuse

La risposta della maggioranza non si è fatta attendere. "Esprimo una certa perplessità nei confronti di questa sentenza che, sebbene si proponga di ristabilire un principio di equità, di fatto crea una situazione di disparità tra i cittadini italiani e quelli extracomunitari" queste le parole di Simone Polesello, consiglere regionale nelle file di Fedriga presidente, mentre per il leghista Antonio Calligaris "sarà nostro dovere capire come riportare equità tra gli aventi diritto italiani e quelli stranieri, superando la reale situazione di disequilibrio che si viene nuovamente a creare con tutte le pericolose conseguenze sociali che può comportare questa differenza di trattamento nel tessuto delle nostre comunità". 

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