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La manifestazione

"No eroi, più salario". In centinaia protestano contro la manovra Meloni

Lo sciopero dei lavoratori del settore pubblico organizzato da Cgil e Uil. Piga (Cgil): "Partecipazione corposa allo sciopero. Il primo dato è che più della metà delle classi non sta lavorando quindi c’è un’adesione da parte degli insegnanti e del personale Ata. Il porto di Monfalcone sciopera all’80 per cento, il porto di Trieste al 35 per cento ma aspettiamo i dati definitivi. Per il momento i dati parziali sono incoraggianti”

TRIESTE - Alcune centinaia di persone si sono riunite oggi, venerdì 17 novembre, sotto la sede della Regione in via dell’Orologio indetto da Cgil e Uil per dire no alla manovra finanziaria del governo Meloni. Lo sciopero ha coinvolto i dipendenti del settore pubblico, mentre il prossimo 24 novembre un’altra protesta riguarderà il settore privato. Stando alle prime stime, comunicate dal segretario generale della Cgil di Trieste Michele Piga, lo sciopero ha avuto una “partecipazione corposa”, specialmente nel comparto scolastico: “ il primo dato che abbiamo - spiega Piga - è che più della metà delle classi non sta lavorando quindi c’è un’adesione da parte degli insegnanti e del personale Ata. Il porto di Monfalcone sciopera all’80 per cento, il porto di Trieste al 35 per cento ma aspettiamo i dati definitivi. Per il momento i dati parziali sono incoraggianti”.

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I manifestanti hanno riempito la via di fronte all'ingresso della sede regionale, anche se non ci sarà un incontro con la Regione perché a venir contestate sono le politiche governative. Tra gli slogan sugli striscioni "No eroi, più salario" e "se non sai gestire scateni le nostre ire". I sindacati e i lavoratori chiedono al Governo “di tornare sui suoi passi e di dare una risposta ai dipendenti dei settori pubblici e privati - dichiara l’esponente della Cgil locale - serve un intervento forte sui salari, bisogna intervenire sulle pensioni in termini non peggiorativi come questo Governo sta facendo. Chi deve andare in pensione da gennaio si trova l’assegno decurtato dai 3mila ai 5mila euro rispetto a quelli che vanno in pensione il 31 dicembre. E’ una cosa innaccettabile”.  

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Molto sentita la questione degli accorpamenti scolastici negli istituti di Trieste, in particolare della scuola dell’infanzia tra cui i plessi della scuola primaria Slataper e della scuola secondaria di primo grado Bergamas, per i quali è prevista una fusione con l’Istituto Comprensivo Tiziana Weiss. Importante la presenza di studenti e insegnanti, tra cui la professoressa Katia Terpin, che insegna matematica alla Bergamas: “Noi della scuola media abbiamo partecipato quasi all’unanimità - spiega la professoressa Terpin - quando parlano di ottimizzazione si tratta in realtà di un taglio. Tagliare i dirigenti vuol dire togliere alle scuole quelle figure di riferimento per gestione e didattica e sono importantissimi. Specialmente per scuole come la nostra che sono inserite in un contesto multietnico con tante famiglie in difficoltà che hanno bisogno di un presidio e di un supporto”. “Smembrare le scuole che fanno parte di questo rione - spiega la professoressa - significa mettere in difficoltà le famiglie che dovranno riferirsi a segreterie non più collocate sul territorio di prossimità e faranno fatica a raggiungerle perché non ci saranno più nemmeno mezzi pubblici che li colleghino alle segreterie nuove”.

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Nel trasporto pubblico locale, nonché ferroviario e marittimo, lo sciopero è stato ridotto da 8 a 4 ore (dalle 9 alle 13) in seguito allo stop voluto dal ministro alle infrastrutture Salvini. Così Natalizia Andresini, segretario regionale Uiltrasporti: “Per il trasporto lo sciopero di oggi è stato ridotto ma nonostante ciò noi i trasporti sono presenti, scioperiamo soprattutto e anche per i colleghi che non hanno la possibilità di farlo. Non c’è intenzione di fermarsi, ci sono tanti temi aperti, riforma fiscale, pensioni, sanità, salari, questa non è solo una semplice protesta ma è sostenere un processo di trasformazione del paese”. Secondo il segretario generale Uilm Trieste Antonio Rodà lo sciopero è “un segnale forte che si vuole dare a questo Governo. C’è una piattaforma rivendicativa creata dal sindacato confederale che parla di temi importanti come scuola, welfare, sicurezza, politiche industriali, temi che, riteniamo il Governo non abbia preso in considerazione minimamente”.

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