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Lunedì, 29 Aprile 2024
La dichiarazione

Cisint: "A Monfalcone battaglia per la dignità dei cittadini, islamizzazione già in atto"

Il sindaco della città dei cantieri: "Questa vicenda ha dato a Monfalcone la consapevolezza di essere un caso nazionale che non può essere ignorato ai vari livelli istituzionali"

MONFALCONE - In risposta alle recenti polemiche scaturite dal no di Cisint ai tuffi in mare vestiti, la sindaca ha rilasciato una dichiarazione in cui difende la sua posizione. Cisint, in particolare, ha criticato l'approccio del "pseudo politically correct" che, a suo avviso, ha portato a nascondere problemi concreti sotto il tappeto. "Sono consapevole che ogni volta che affronto un problema concreto della mia città che tocca anche la comunità musulmana, si sollevano polemiche pregiudiziali di uno pseudo politically correct", ha dichiarato il sindaco, accusando le precedenti giunte di sinistra di aver lasciato la città nel "più profondo degrado e abbandono". Non solo, Cisint ha anche criticato alcuni media per aver affrontato la questione in maniera superficiale senza conoscere la realtà di Monfalcone.

Fincantieri

 "Se non ci fossero stati infingimenti e ipocrisie e se le esigenze di manodopera di Fincantieri - che nessuno nega - fossero state governate correttamente con paghe consone e specifica formazione e senza lo sfruttamento massiccio di poveri immigrati dei Paesi piu' poveri del mondo per arricchire un sistema privilegiato di subappaltatori, non ci saremmo ritrovati un territorio devastato nel mercato del lavoro, nelle abitazioni, nei servizi sanitari, nelle scuole, nel sociale", si legge nella nota. "Come sindaco mi sono trovata a risolvere questa condizione, l'ho fatto e lo sto facendo non con l'autoritarismo di stampo fascista, come da sinistra mi si accusa, ma con il consenso plebiscitario dei miei concittadini e con la sensibilità umana che mi ferisce il cuore ogni momento in cui constato quanta violenza è stata fatta consentendo determinate condizioni economiche e di vita nell'impiego senza diritti di molti stranieri". 

Burkini sì, burkini no? Non è questo il problema di Monfalcone 

"Regole di convivenza civile"

Il sindaco ha quindi sottolineato che la presenza massiccia di musulmani è un problema derivante dal fatto che migliaia di persone si sono insediate senza le basi necessarie di reddito, conoscenze linguistiche e integrazione alle norme locali che "ad esempio vietano le vessazioni e le oppressione verso le donne". "Oggi Monfalcone è l'ottava città italiana per maggior presenza in percentuale di stranieri sulla popolazione residente, stranieri che hanno largamente superato il limite di tollerabilità per l’occupazione di abitazioni e fruizione dei servizi per una città di quasi 30 mila abitanti, che non ha neppure le strutture per affrontare questa ospitalità". Cisint ha poi elogiato gli sforzi fatti negli ultimi 5 anni per ricostruire e riqualificare Monfalcone, sottolineando gli investimenti nelle scuole e nella sanità. Un obiettivo che "però richiede anche il rispetto di regole di convivenza civile a cui la città e io stessa non intendiamo rinunciare, così come richiede un nuovo modello produttivo". 

Un caso nazionale

"Questa vicenda ha dato a Monfalcone la consapevolezza di essere un caso nazionale che non può essere ignorato ai vari livelli istituzionali. L’Italia conosce la mia battaglia, che non è quella “del costume da bagno”, quanto della dignità dei miei concittadini e della mia città da tutti i punti di vista, della sicurezza, del lavoro, della convivenza sociale. Il pericolo che corriamo è quello dell’islamizzazione, che a Monfalcone è già in atto".

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