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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Delibera urbanistica sul Porto Vecchio, una questione complessa

Questa mattina del Consiglio Comunale la Commissione ha discusso del piano urbanistico dell'area dei magazzini progettati durante il periodo asburgico. Presente anche il Direttore Generale dell'Autorità di Sistema Portuale Mario Sommariva. Punto dopo punto, come sta andando avanti la progettazione di una parte importante del futuro di Trieste

La delibera sulla "composizione" del Porto Vecchio sul piano urbanistico è tornata in Commissione questa mattina. A rendere importante l’incontro, oltre che l’argomento sul futuro della zona abbandonata per decenni, è stata la presenza del Direttore Generale dell’Autorità di Sistema Portuale di Trieste Mario Sommariva. Prima dell’intervento del numero due del porto giuliano, l’ingegner Bernetti ha illustrato la futura sistemazione delle aree costruite durante l’ultimo periodo di dominazione asburgica. “Le aree in cui viene suddiviso il porto vecchio – ha affermato Bernetti davanti alla Commissione – sono in sostanza quattro: la prima a sistema misto, la seconda relativa al sistema dei moli, la successiva a sistema museale, scientifico e congressuale e l’ultima invece a sistema ludico, sportivo e di area verde”.

No agli appartamenti oltre il 10 per cento? 

Uno dei temi principali toccati è stata la proprietà comunale degli edifici del porto. Alcuni di essi rimarranno del Comune mentre altri invece verranno alienati in favore di privati, rimanendo fissa la quota di non oltre il 10 per cento per quanto riguarda la residenzialità, vale a dire appartamenti e condomini. In questo caso esiste la possibilità che la parte dedicata alle residenze venga gestita a strisce longitudinali, affinché non sorgano, in futuro, situazioni di privilegio per gli acquirenti. Questo però è evidenza che potrà essere aggiunta nella delibera più avanti nel corso della discussione consiliare.

“Nella parte nord – ha detto Bernetti – c’è l’edificio di corso Cavour, quella che veniva definita la palazzina informazioni e il magazzino 20, sul quale la Soprintendenza era particolarmente interessata rimarranno al Comune. Alcuni edifici nella prosecuzione verso Barcola possono venire alienati o andare a demolizione. L’esempio sull’alienazione riguarda principalmente il 32, il 33 e il 34”. Per quanto riguarda gli edifici della parte monumentale del porto vecchio bisogna chiarire che tutti hanno una presunzione di vincolo da parte della Soprintendenza.

"Destinazione d'uso incline agli investimenti"

La ristrutturazione urbanistica andrà di pari passo con la pratica edilizia. “Il range di destinazione d’uso sarà incline agli investimenti” ha dichiarato l’Assessore all’Urbanistica Luisa Polli. “Ristrutturare un bene immobile di quel tipo non è così banale e sarà compito dell’amministrazione accompagnare gli investimenti in un percorso corretto”. Per Sommariva “è importante che l’attività di progettazione vada di pari passo con lo sviluppo. Il rischio che ci siano due velocità diverse può aprire a criticità. Se non è svolto in un quadro condiviso allora diventa critico. Il tutto è essenziale perché l’attività portuale va avanti”. La traduzione automatica vuole che la pianificazione, la manutenzione e l’amministrazione delle zone demaniali devono essere in sintonia con le scelte di pianificazione urbana e di programmazione che il Comune svolge nell’area di sua competenza.

Spostare Adria Terminal

Si parla quindi di spostare Adria Terminal, consentire l’attività croceristica in un’area che non è così in grado – non al momento – di ospitare “8000 persone che sbarcano o che devono imbarcarsi”, spostare tutto il commerciale da porto vecchio, non avere più il punto franco in quella zona perché spostato in zona Wartsila. “Tutto deve essere in linea con lo sviluppo turistico e di pianificazione urbana sul mare. Mi riferisco – ha aggiunto Sommariva – alle marine, l’interfaccia con il futuro Museo del Mare e molto altro”. Le risposte ai quesiti sopraelencati verranno date nelle prossime occasioni in cui la delibera verrà discussa.

Bye bye punto franco

Sullo spostamento del punto franco scettico il Movimento Cinque Stelle. “Con questa delibera viene meno la possibilità di mantenerlo in quest’area” ha affermato Paolo Menis. “Credo sia un errore e pensare troppo alla residenza fa sì che ci siano due linee di sviluppo totalmente diverse. Se dovessimo togliere il regime di punto franco nell’area le piccole imprese di trasformazione potrebbero non arrivare”.  Sommariva ha risposto ai Cinque Stelle affermando che “utilizzare il regime di punto franco in termini nuovi è favorito dall’opportunità di spostarlo in aree dove ci sarebbe possibilità di un gestirlo in maniera maggiormente proficua rispetto a quella attuale”.  

Una partita complessa: IMU, pianificazione e molto altro

Insomma, la partita non sembra essere delle più semplici. “L’accordo di co-pianificazione - così è stato definito dall’Assessore Polli – serve ad andare in direzione di una soluzione condivisa con l’Autorità Portuale, proprio perché se ce ne fosse bisogno, avremo il tempo materiale di aggiustare il tiro”. “La normativa attuale prevede che dal 2020 i manufatti non adibiti a attività portuale (movimentazione merci) sono esenti dal pagamento dell’IMU” ha affermato Sommariva. Gli altri pagheranno l’IMU come di consueto, almeno questo si è capito dalla discussione in Commissione. Per quanto riguarda molo IV sembra esserci “l’interlocuzione di un armatore importante”.

Una società di controllo per vigilare sul porto vecchio?

Altro match poi in direzione della creazione di una società di controllo sul Porto Vecchio. L’Assessore Polli e il forzista Bruno Marini hanno discusso sul tema. “Ci sono i soggetti pubblici che sono il Comune, l’Autorità di Sistema che hanno già dato il loro assenso. Bisognerà chiedere al Presidente Fedriga di esserci perché non posso chiederglielo io. Ci sono poi una serie di soggetti pubblici che si occupano di alienazione di beni pubblici ai quali si può chiedere il supporto e la collaborazione per la creazione della società”.

“Possiamo invece creare una struttura fatta da soggetti pubblici e da personale dei soggetti pubblici che opera nell’ambito della società di gestione. Le possibilità giuridiche sono infinite e spetterà al Direttore Generale del Comune e al Direttore Generale Sommariva di studiare il percorso. Ad esempio, se diremo che una palazzina diventerà direzionale loro non potranno venderlo come casa vacanza”. “La spiegazione risiede nel fatto che in questo momento si sta discutendo il piano urbanistico e non degli altri elementi che compongono il tema del recupero del Porto Vecchio” ha concluso la Polli.  

La partita è aperta. 

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