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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Povertà, aumentano gli accessi alla mensa dei frati di Montuzza: in 90 al pranzo di Pasqua

Sono metà italiani e metà stranieri, tra loro anche giovani italiani tra i 20 e i 30 anni. In molti hanno perso il lavoro durante la pandemia e non sono più riusciti a rialzarsi. I religiosi: "In molti hanno portato cibo, la città è generosa"

TRIESTE - Aumentano coloro che si rivolgono alla mensa dei frati cappuccini di Montuzza per il pranzo pasquale: circa una novantina di persone nella giornata di oggi, "un po' più della scorsa Pasqua, per metà italiani e per metà stranieri", come riferiscono i religiosi del convento. Tra i commensali anche persone colpite dalle cosiddette "nuove povertà', alcuni dei quali riferiscono di aver perso il lavoro durante il Covid. "Ce ne sono diversi - spiegano fra Paolo e fra Marco, oggi in servizio alla mensa dei poveri con gli occhi raggianti e un sorriso disteso - in molti hanno perso il lavoro in quel periodo e non sono più riusciti a ripartire, anche per la loro età. A 55 - 60 anni non vengono più assunti da nessuna parte. Ci sono anche dei giovani, tra i 20 e i 30 anni, esattamente non sappiamo da dove vengono ma sembrano tutti italiani, o almeno parlano bene la nostra lingua. I giovani sono sempre educati e sorridenti, non hanno pretese".

Non solo disagio economico

In realtà il disagio economico, spiegano i frati di Montuzza, "è solo uno dei tanti tipi di disagio che incontriamo. Spesso è quello psichico che porta queste persone a finire tra gli ultimi". E' tuttavia difficile tracciare una statistica di ciò che porta le persone alla mensa dei poveri. Nel servire coloro che vivono questa condizione è necessaria una forma di acritica discrezione e i frati, infatti, non chiedono e non giudicano, sono qui semplicemente per aiutare. "Se loro ci raccontano qualcosa li ascoltiamo - spiegano -, ma non parlano molto in genere, e noi non chiediamo nulla, nemmeno i documenti. Noi accogliamo tutti, basta che si mettano in fila".

Una città generosa

Oggi, in servizio, ci sono nove volontari. Più del solito, perché i veterani che ogni domenica investono il loro tempo hanno portato qualche parente, che ha voluto rendersi utile per celebrare la Pasqua in un modo insolito, all'insegna del dono e della spiritualità. Il menù prevede pollo con patate, pinza e cioccolata donati da un'associazione benefica e pasticcio, sia di carne che di verdure. Quest'ultimo è per i musulmani, che tuttavia sono meno del 10 per cento, e in periodo di Ramadan sono ancora di meno. "Sono molti i cittadini che ci hanno portato qualcosa, diverse porzioni le abbiamo surgelate e serviranno per i prossimi giorni. E' importante dire che noi ci impegnamo - concludono - ma la generosità viene dalla città".

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