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Cronaca

Infortunio sul lavoro e Covid: in Fvg solo tre vittime, denunce al 2,2%

Nel primo mese dell’anno 38 vittime in più rispetto a dicembre 2020, mentre le denunce di infortunio non mortale sono arrivate a 147.875. I dati

"Nel primo mese dell’anno sono 38 le vittime in più rispetto a dicembre 2020, mentre le denunce di infortunio non mortale sono arrivate a 147.875". È questa la prima istantanea dell’onda lunga del Covid nel mondo del lavoro, nell’ultima indagine elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering nelle parole del suo presidente, l’ingegner Mauro Rossato che sottolinea che solo a gennaio sono arrivate 16.785 denunce di contagio sul lavoro. Nel mese di gennaio l'incremento della mortalità è pari al 9% rispetto a dicembre 2020, mentre per le denunce di infortunio non mortale legate al Covid l'aumento è del 12,8%. Le morti sul lavoro per Covid denunciate sono state 461 dall'inizio della pandemia e 38 di queste nel mese di gennaio.

I numeri

Il triste primato di vittime sul lavoro per Covid va ancora alla Lombardia, con il 35,4% delle denunce (163 decessi). Sempre alla Lombardia, la maglia nera per le vittime di infortunio sul lavoro legate al Covid con il 27,1% del totale nazionale. Numeri completamente diversi nella nostra regione, dove si contano 3 decessi e una percentuale di vittime di infortunio sul lavoro legate al virus del 2,2%.

Uomini e donne

I casi mortali riguardano soprattutto gli uomini (82,9%). Se si guarda alle denunce, il rapporto si inverte: la quota femminile sul totale, infatti, è sale al 70,4% per i casi avvenuti in gennaio.

Chi sono i morti per Covid

Il 91,5% delle denunce di morti sul lavoro per Covid rientra nell’Industria e Servizi. E in questa macroarea produttiva con il 25,9% delle denunce con esito mortale troviamo il settore Sanità e Assistenza Sociale, seguono con il 13,2% dei casi le Attività Manifatturiere (lavorazione prodotti chimici, farmaceutica, stampa, industria alimentare…), e con il 10,7% il settore dell’Amministrazione Pubblica e Difesa (attività degli organi preposti alla sanità: es. Asl, legislativi, esecutivi) e quello di Trasporti e Magazzinaggi, mentre il Commercio arriva a rappresentare il 9,8% dei decessi. Le vittime svolgevano le seguenti mansioni: impiegati, addetti alla segreteria e agli affari generali (11,2%), tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti) (10,7%), medici (6,7%). E ancora: conduttori di veicoli a motore (5,6%), operatori sociosanitari (5,1%), il personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli) (4,2%).

Infortuni non mortali dovuti al Covid

Il 97,7% delle denunce di infortuni non mortali dovuti a contagio da Covid-19 rientrano nell’Industria e nei Servizi. E, come già visto per gli infortuni mortali, anche in questo caso è il settore “Sanità e Assistenza Sociale” a far rilevare il maggior numero di denunce con il 68,8% del totale delle denunce. Seguono: il settore dell’Amministrazione Pubblica (9,2% delle denunce); il settore dei servizi di vigilanza, attività di pulizia fornitura di personale e call center (4,4% delle denunce); le Attività Manifatturiere (2,9% delle denunce). Quasi il 40% delle denunce di infortunio riguardano i tecnici della salute (infermieri, fisioterapisti), seguiti dagli operatori sociosanitari OSS (assistenti nelle case di riposo) con 19,3% delle denunce; dai medici (9,2%) e dagli operatori socioassistenziali (nelle strutture ospedaliere) 7,3%. E ancora dal 4,8% del personale non qualificato nei servizi sanitari e istruzione (portantini, ausiliari, bidelli); dal 3,9% di impiegati addetti - impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali; dal 2,2% del personale non qualificato nei servizi di pulizia di uffici, alberghi, navi, ristoranti, aree pubbliche e veicoli.

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