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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il fratello triestino del nuovo vescovo / Via Treppo

Il nuovo Arcivescovo di Udine raccontato dal fratello triestino: "Umile e generoso"

Doriano Lamba, di un anno più grande di Monsignor Riccardo, vive nel capoluogo giuliano dal 1997 con moglie, figli e nipoti

"Profondamente umile, disponibile all’ascolto e generoso”. È così che vede il nuovo Arcivescovo di Udine, Riccardo Lamba, una persona che lo conosce molto bene, il fratello triestino. Chimico di professione, Doriano Lamba vive infatti nel capoluogo regionale dal 1997. Un lavoro al Sincrotrone, moglie, due figli maschi e due femmine – “più due nipoti” precisa orgoglioso – Doriano è molto emozionato per la nomina di Riccardo. Il loro percorso parte da lontano, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico. “Siamo cresciuti in Venezuela. I nostri genitori, originari di Castellammare di Stabia, si trasferirono là per motivi di lavoro. Con qualche periodo di alternanza trascorso in Italia per varie ragioni siamo stati in Sudamerica fino al 1968. Io avevo 13 anni e mio fratello 12”.

Che tipo di rapporto avevate con la religione cattolica?
“La nostra famiglia si è sempre ispirata a valori di correttezza, lealtà, onestà. Questo poi ha costituito l’humus per le scelte fatte. Ci siamo formati spiritualmente nella parrocchia di San Timoteo a Casal Palocco, nella zona sud di Roma, tra Ostia e Acilia, dove vivevamo una volta tornati in Italia. C’era un sacerdote salesiano che a quell’epoca era il nostro riferimento. Avevamo una religiosità molto semplice, familiare. Non siamo cresciuti con l’idea di andare ogni giorno a messa”. 

Doriano Lamba

Si ricorda della scelta di fede di suo fratello?
“Certo. Facemmo le scuole medie, il liceo e l’università tutti e due a Roma. Riccardo si laureò in medicina e fece pure un anno di specializzazione, poi scelse il seminario".

Si troverà bene dalle nostre parti?
“Penso proprio di sì. Abbiamo un legame speciale con questo territorio. Nostro nonno materno lavorò a Monfalcone per Fincantieri, visto che la fabbrica aveva degli stabilimenti anche a Castellammare. Papà Giuseppe fece il servizio militare nella Marina ed era di stanza a Pola. Queste zone per noi sono un déjà vu”. 
 

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