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Lunedì, 29 Aprile 2024
Il lutto nella comunità scientifica

Addio a Livio Poldini, botanico triestino di fama internazionale

Nato nel 1930, Poldini si era laureato all'università di Padova nel 1949, per poi ricoprire una serie di ruoli accademici di primissimo livello. Emerito dal 2003, il novantatreenne si era dichiarato contrario al progetto della cabinovia urbana di Trieste. Decisiva la formazione a Montepellier sotto la guida del professor Josias Braun Blanquet, tra i massimi esperti di fitosociologia

TRIESTE - Si è spento questa mattina alla veneranda età di 93 anni Livio Poldini, professore emerito all'Università degli Studi di Trieste e botanico di fama internazionale. A darne notizia, attraverso la propria newsletter, il Gruppo 85-Skupina 85, sodalizio culturale di cui Poldini era stato tra i fondatori (assieme a Fulvio Tomizza e molti altri) e, come si legge nel testo, "almeno fino alla pandemia, instancabile collaboratore e veemente oratore nelle nostre serate". Tra i maggiori conoscitori ed esperti del Carso (ma non solo), l'accademico aveva ricoperto il ruolo di professore ordinario di Ecologia vegetale all'ateneo giuliano e dal 2003 era stato insignito della carica di professore emerito. 

La contrarietà rispetto all'ovovia

Autore di centinaia di pubblicazioni scientifiche e guide, Poldini è stato per generazioni di studenti, ricercatori ed appassionati un vero e proprio faro di conoscenza. Nell'ultimo periodo aveva abbracciato anche la causa del Comitato contrario alla realizzazione della cabinovia urbana, soprannominata ovovia. "Del progetto penso tutto il male possibile - aveva dichiarato di recente in un'intervista -, davvero non so come si possa pensare di buttare soldi così, di usarli per rovinare il bosco Bovedo, che è un posto unico e che anche gli americani durante il governo militare alleato avevano indicato come una zona da proteggere". 

Laurea a Padova, poi i ruoli a Trieste

Membro dell'Accademia di scienze e arti della Slovenia dal 6 giugno 1995, il professore si era laureato in scienze naturali all'università di Padova nel 1949. Dal 1958 al 1960 aveva ricoperto la carica di curatore botanico presso il museo di storia naturale di Trieste. Negli anni Sessanta si era specializzato in botanica farmacologica e, nel biennio 1961-1962, aveva ottenuto la specializzazione in fitosociologia presso la Stazione internazionale di geobotanica mediterranea e alpina di Montepellier, in Francia, sotto la guida del professore Josias Braun Blanquet. Divenuto assistente nel 1968, tra il 1976 e il 1979 inizia a ricoprire il ruolo di professore ordinario di ecologia vegetale all'Università degli studi di Trieste. 

Tra i responsabili di Natura 2000

Negli anni Settanta del secolo scorso aveva partecipato alla definizione del piano urbanistico regionale con l'obiettivo di individuare e definire i perimetri dei parchi e delle riserve naturali in Friuli Venezia Giulia. Dal 1994 al 1996 è stato tra i promotori e responsabili del progetto "Natura 2000 - BioItaly", in particolar modo per quanto riguarda la regione. Gli ultimi lavori scientifici si erano concentrati sulla correlazione tra biodiversità, biomasse e altri parametri utilizzando sempre l'approccio fitosociologico, ovvero la branca della fitogeografia che indica come le comunità vegetali siano indicatori di ambiente. 

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