rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Il pregiudizio culturale

Processionaria in Carso: "Basta con gli allarmismi, non c'è nessuna emergenza"

Ogni anno quando la primavera è alle porte i social, le lobby degli animalisti e l'ignoranza diffusa scatenano il panico a causa della proliferazione della processionaria. A fare chiarezza è Nicola Bressi, naturalista e zoologo, alla quale abbiamo chiesto cosa succede e se si tratta davvero di un problema: "Contro le processionarie sopravvive un pregiudizio culturale devastante che va combattuto". Per l'Ersa l'insetto "non è soggetto a diposizioni di lotta obbligatoria" come anche a livello nazionale non sussiste alcuna criticità

TRIESTE - In Carso non c'è nessun allarme, né tantomeno un'emergenza legata alla diffusione della processionaria. A confermarlo è Nicola Bressi, naturalista e zoologo che, raggiunto telefonicamente da TriestePrima, ha ribadito il fatto che la specie "non ha mai distrutto alcun ecosistema naturale, nessuna persona è mai morta e la processionaria non dà nessun problema alla fauna selvatica". Tra le altre cose, sia a livello regionale attraverso l'Ersa che a livello nazionale, l'insetto "non è soggetto a disposizioni di lotta obbligatoria", ovvero, per renderla semplice, non è oggetto di particolari attenzioni. Come a dire, la processionaria c'è sempre stata, non allarmiamoci senza motivo. 

"Mai morto nessuno"

"Non esiste in letteratura medica - spiega Bressi - alcun episodio in cui si legga di persone morte da processionaria. In Francia, ad esempio, un bimbo aveva dovuto sottoporsi ad una lavanda gastrica dopo aver ingerito, in maniera del tutto fortuita, una processionaria caduta da un albero. Quell'episodio non ha lasciato alcuna lesione permamente; un altro ragazzino, qualche tempo dopo, era caduto ed accidentalmente aveva sbattuto la faccia contro un grumo di processionarie. Ha rischiato di perdere la vista, ma in realtà poi è andato tutto bene". Bressi racconta di casi estremi anche perché c'è molto da fare a livello di informazione. "Quello sulla processionaria è un pregiudizio culturale che regna da molto tempo. E' vero, il contatto con questo insetto è molto doloroso e provoca delle reazioni cutanee importanti, ma oltre a questo non succede nient'altro". 

La "lobby" degli animalisti

L'incapacità di comprendere la complessità del fenomeno è sempre più presente. I social hanno divarticato la forbice e creato tifoserie senza un minimo di competenza in materia. "Gli allarmismi sono totalmente infondati - continua il naturalista -, non esistono casi di pinete (non il singolo pino piantato in giardino condominiale, sia chiaro) distrutte o compromesse dalla processionaria. Va chiarita una volta per tutte la differenza tra bosco e giardino. E' ovvio che la processionaria presente sul pino nel giardino dell'asilo va tolta, ma non si può dire la stessa cosa per la pineta in Carso". Nell'analisi del fenomeno va aggiunta la necessità di mettere i puntini sulle i. Tra i soggetti che più di altri (anche attraverso i social) creano disinformazione e allarmismi ci sono i proprietari dei cani, più in generale l'animalismo radicale. 

L'educazione prima di tutto

"Per gli animali domestici un contatto può essere anche letale - puntualizza Bressi -, ma dobbiamo capire che anche l'introduzione di un cane all'interno di un bosco è un'azione che può avere delle conseguenze significative". Quali? "Basti pensare al fatto che spruzziamo l'antiparassitario sul suo pelo e poi lo portiamo in quel bosco da dove, ad esempio le cinciallegre, attingeranno per la costruzione del nido. Se le cince raccolgono quel pelo perso dal cane (o nel peggiore dei casi spazzolato dal proprietario) allora possiamo dire addio al nido". Gli animali selvatici imparano ad evitare le processionarie, mentre per i cani il tutto è un po' diverso. "E' sempre meglio tenerli vicini ed insegnare loro a rispondere ai comandi". Così facendo si ridurrà di molto il rischio che entrino in contatto con l'insetto che però, non costituisce un problema per l'ecosistema. A differenza delle umane rivendicazioni, la Natura è l'unica cosa che dovremmo veramente preservare. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Processionaria in Carso: "Basta con gli allarmismi, non c'è nessuna emergenza"

TriestePrima è in caricamento