Profughi a Trieste, Rovis: «Ecco chi e come li gestisce e quanto vale l'assistenza»
10.35 - Il consigliere comunale fa chiarezza sui numeri dei richiedenti asilo che stanno scatenando proteste dei cittadini e bagarre politica
Negli ultimi giorni, in seguito allo spostamento di alcuni richiedenti asilo dall'ex scuola di via Combi all'hotel Tritone di Barcola e alla conseguente raccolta firme si è accesa una forte protesta dei cittadini all'indirizzo del Sindaco e una altrettanto intensa bagarre politica. A far luce sui numeri è stato il consigliere comunale Paolo Rovis (capogruppo Pdl in Consiglio comunale) che sul suo blog ha illustrato la situazione, «grazie anche alla disponibilità, i dati e i documenti forniti dall'Area Protezione Sociale del Comune di Trieste».
Per iniziare Rovis ha fatto la conta dei rifiugiati ospitati a Trieste: «A fine ottobre 2014, questa era la situazione nella nostra città: 20 posti presso il “Teresiano” con gestione a cura della Fondazione Caritas di Trieste; 13 posti presso la Foresteria di via Chiadino con gestione a cura della Fondazione Caritas; 20 posti presso il Villaggio del Fanciullo con gestione a cura della Fondazione Caritas; 50 posti presso la ex casa di riposo di via Gozzi, con gestione a cura di ICS (Consorzio Italiano di Solidarietà); 16 posti presso l'ex centro di salute mentale di via S. Vito, con gestione a cura di ICS; 23 posti preso appartamenti dell'ICS in via Corridoni n. 4; 33 posti presso Residence Sara (9 appartamenti con gestione a cura di ICS); 6 posti presso appartamento dell'ICS in via D'Alviano; 6 posti presso appartamento dell'ICS in via Madonna del Mare; 28 posti presso il campeggio Excelsior di Fernetti con gestione a cura di ICS; 18 posti presso l'albergo Baia Degli Uscocchi al Villaggio del Pescatore; 15 posti presso l'Hotel Città di Parenzo; 15 posti presso l'Hotel Villa Nazareth; 50 posti presso la ex scuola Combi che vengono messi a disposizione solo in caso di estrema emergenza». Il totale è di 330 persone ospitate sul territorio comunale.
«Si noti - sottolinea Rovis sul blog - che non è il Comune a occuparsi direttamente dei richiedenti asilo, bensì strutture private e, nella maggioranza dei casi, due associazioni: la Caritas e l'ICS. A quale titolo lo fanno? Attraverso convenzioni tra la Prefettura e i soggetti preposti all'assistenza. Nel caso di Caritas e ICS, però, la convenzione non è diretta. La Prefettura affida il "lavoro" al Comune e questi, a sua volta, lo passa con una propria convenzione alle due Associazioni».
Ma cosa prevedono le convenzioni e quale forma di assistenza è dovuta ai richiedenti asilo? «Vengono stanziati ed erogati dal Governo 35 euro al giorno per assistito - spiega Rovis -. Soldi che passano per il Comune, il quale li gira integralmente a Caritas e ICS. Di questi, 2,50 euro vengono erogati dalle Associazioni in contanti al profugo, il cosìdetto "pocket money", mentre il resto viene speso da Caritas e ICS per la sussistenza delle persone affidate».
Quest'ultimo punto però vede una sostanziale differenza tra le richieste della Prefettura e quelle convenzionate tra il Comune e Caritas e ICS: «in questa seconda convenzione infatti un generico "servizio di ospitalità, comprensivo di pernottamento e pasti" appare qualcosa di molto più blando rispetto alla preparazione di tre pasti, all'abbigliamento da fornire, alle pulizie, ai prodotti per l'igiene personale ecc - spiega il consigliere triestino -. Ricordiamo che gli euro ricevuti sono sempre 35. Al giorno, a testa. Ancora, a parità di costo, è lecito chiedersi se l'ospitalità resa da una struttura alberghiera sia allo stesso livello di quella ottenibile in un appartamento privato - affittato per la circostanza - che ospita 6/8 persone. E se i costi sostenuti per ogni persona siano gli stessi».
«L'accoglienza dei richiedenti asilo vale un "fatturato" di circa 4,5 milioni l'anno nella sola città di Trieste. Soldi pubblici il cui uso, previsto da norme europee e nazionali, sarebbe giusto venga rendicontato con totale trasparenza - chiede Rovis -. Così da conoscere precisamente quanto viene speso in stipendi per gli assistenti e mediatori, quanto per le pulizie, quanto per la preparazione dei pasti, quanto per l'acquisto di vestiario, quanto per gli affitti, eccetera. E, oltre a quanto, anche a quali ditte e cooperative vengono affidati tali servizi e acquisti. L'assessorato comunale competente si è impegnato a ottenere e rendere pubblici questi dati, in tempi brevi. Rimaniamo in fiduciosa attesa. Con la consapevolezza - conclude Paolo Rovis - che quanto saranno più chiari e diffusi costi e metodi di gestione, tanto più si eviteranno strumentalizzazioni e illazioni di ogni tipo sul complesso tema dei flussi migratori causati da guerre, violenze, distruzioni e sulla gestione locale di questi drammi».