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Le misure di sostegno

A Trieste oltre 3000 famiglie vivono con il reddito di cittadinanza

I dati provengono da uno studio condotto dalla Fondazione Think Tank e che ha evidenziato come la nostra regione sia uno dei territori dove il sostegno economico si richiede di meno. I problemi sul fronte del reclutamento nel comparto turistico e l'auspicata riforma della misura. Nell'articolo la sintesi dell'analisi

Il Friuli Venezia Giulia è la regione italiana dove tra il 2020 ed il 2021 la percentuale delle persone che hanno fatto ricorso al reddito di cittadinanza è cresciuta di meno. Analizzata dalla Fondazione Think Tank, la variazione tra i primi due anni dell'era Covid è dell'1 per cento. L'anno appena concluso si è chiuso con 133 famiglie in più rispetto a quante avevano beneficiato almeno di una mensilità, l'anno precedente. Se confrontati con quelli nazionali, i dati del Fvg rappresentano lo 0,8 per cento del totale dei sussidi erogati nel 2021. 

Il divario tra territori

Se tra sud e nord il divario è enorme (le prime due regioni sono Campania e Sicilia, regioni dove il bacino elettorale dei Cinque Stelle è sempre stato molto forte), anche tra i diversi territori della nostra regione spiccano alcune importanti differenze. Su poco meno di 9600 famiglie che hanno percepito la misura di sostegno a dicembre dell'anno scorso, la speciale classifica è guidata dalla provincia di Udine, seguita a ruota da Trieste. Terzo ed ultimo posto invece per Pordenone e Gorizia. Nel dettaglio, sono 3657 le famiglie friulane ad aver chiesto ed ottenuto il Rdc e 3218 quelle triestine, mentre nella Destra Tagliamento il numero dei nuclei è stato di 1459 e nel Goriziano, infine, sono risultate 1257. Analizzando il tasso di inclusione registrato nel 2021 (vale a dire l'indicatore che evidenzia il rapporto tra le persone coinvolte perché appartenenti ad un nucleo percettore), le persone coinvolte in Friuli Venezia Giulia sono state 25.500, vale a dire il terzo dato più basso in assoluto. 

I dati provincia per provincia

Numeri che potrebbero impressionare ma che se letti in rapporto alla popolazione residente, rappresentano lo 0,3 per cento per la coppia Udine-Trieste e lo 0,1 per cento per Pordenone-Gorizia. Inoltre, nei 110 posti della gradutatoria nazionale i quattro capoluoghi di provincia oscillano tra il settantesimo posto di Udine e la centoseiesima posizione del capoluogo isontino. In mezzo Trieste è settantasettesima e Pordenone tre posizioni più di Gorizia. Sul fronte dei riflessi che il Rdc provoca nell'impianto economico - nonostante un'incidenza non particolarmente significativa nel contesto regionale - una criticità importante è quella che lega la misura all'offerta di lavoro.  

Le parole della Think Tank

“Tra i motivi delle difficoltà di reclutamento del personale nel settore turistico si è da più parti correttamente citato anche il reddito di cittadinanza" commenta Antonio Simeoni, vice presidente della Fondazione. Risulta inopportuno aggravare lo squilibrio già esistente, perlomeno nel settore turistico di questo territorio, tra domanda e offerta di lavoro. Le misure di sostegno al reddito sono importanti strumenti di lotta alla povertà e all’esclusione sociale che, se collegate al mondo del lavoro, dovrebbero incentivare e premiare lavoratori e imprese alla stipula del contratto di lavoro, tipicamente a mezzo sgravi fiscali e contributivi a favore degli uni e degli altri". 

La riforma

Se guardiamo alla penisola italiana il ricorso al Reddito di cittadinanza - a causa anche e soprattutto della crisi innescata dalle restrizioni antipandemiche - è cresciuto del 12,2 per cento. Le famiglie che su territorio nazionale hanno richiesto la misura sono state un milione e seicentomila. L'aumento maggiore si è registrato nel Lazio. "La riforma del reddito di cittadinanza ha pertanto intrapreso la strada giusta - conclude Simeoni - auspicando che in un prossimo futuro possa diventare uno strumento realmente in grado di favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e sia soggetto ad adeguati controlli per evitare abusi e spreco di risorse statali". 

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