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Lunedì, 29 Aprile 2024
Triestini all'estero

Da ristoratore a commerciante d’arte a Hong Kong: l’incredibile vita del triestino Franco Savadori

Dopo aver gestito svariati locali in Friuli Venezia Giulia, diventati punti di ritrovo per artisti e intellettuali negli anni ‘90, Franco è diventato un affermato gallerista a Hong Kong, trasferendosi all'età di 50 anni. Oggi vive stabilmente nella 'perla d'oriente' e vende opere da svariati milioni di euro, da Bacon a Modigliani passando per Klimt e Canaletto

HONG KONG - “Non ho mai tradito le mie passioni”. E’ questa la sola risposta del 62enne triestino Franco Savadori, commerciante d’arte di alto livello a Hong Kong, alle molte domande che gli vengono poste. Ad esempio, come ci si fa strada in un settore considerato “da ricchi” iniziando dal nulla? Come si fa a trasferirsi e avere successo dall’altra parte del mondo a cinquant’anni? Al di là della fedeltà alle proprie vocazioni, abbiamo cercato di approfondire con lui il tema e partire per un altro curioso viaggio alla scoperta dei triestini all’estero.

Il tutto inizia con un amore per le arti in generale, dalla musica alle arti figurative, ma senza tralasciare una buona dose di realismo: “Il mio primo amore è stata la musica - spiega Franco - ma non avevo abbastanza talento e non c’è niente di peggio di un musicista frustrato, quindi ho portato la mia passione in un altro settore. Ho gestito alcuni locali a Trieste, come il bar Walter in via San Nicolò insieme a Diego Krischak ed organizzando serate musicali, poi sempre negli anni '80, con il pallino del vino (sono diventato sommelier) ho gestito il "Folletto", una paninoteca in via Piccardi, caratterizzata da offerte alternative ed uniche”.

Una prima svolta arriva nel 1991 con l’occasione di gestire un hotel a quattro stelle, il Rikhelan Haus" a Sauris di Sopra. L’ambiente si presta a organizzare incontri di natura letteraria e artistica, dei simposi pittorici a cui partecipano personalità come Paolo Cervi Kervischer e Carlo Sgorlon. Due anni e mezzo dopo Franco è pronto per aprire un proprio locale, il ristorante ‘I coltivatori’ a Lucinico. Anche questo diventa un centro brulicante di attività artistica, dove convergono musica, pittura e teatro. Il locale ospiterà musicisti come gli Oregon, Renato Sellani, Irio De Paula e mostre con opere originali di Zoran Music, Giuseppe Zigaina e molti altri.

Nel 1999, Savadori vende il ristorante per dedicarsi all’arte a tempo pieno, forte dei suoi studi e di una rete di contatti accumulati in un’attività decennale a contatto con il settore. Inizia così a lavorare come critico e scrive per artisti del Friuli Venezia Giulia. “ho iniziato da zero lavorando con pittori locali, poi ho approcciato il mercato secondario, quello in cui il mercante tratta opere che sono già in commercio, acquistando e rivendendo pezzi di artisti noti. Ho iniziato con ‘carte’ e disegni dei maestri storici italiani perché le tele hanno costi proibitivi per i più e io non partivo da una base economica elevata. Proprio per questo non avevo la possibilità di sbagliare e ho agito con estremo criterio e valutazione”.

La svolta vera arriva nel 2006, quando Franco Savadori conosce il suo futuro socio, il triestino Alberto Annesi. Unendo contatti e saperi, i due riescono ad estendersi al mercato europeo, con l'apertura della galleria d’arte 'Go Art Gallery'. Tra gli svariati contatti creatisi “ c'è stato quello con un ragazzo praghese che viveva negli stati uniti ed era stato l'ultimo segretario personale della nota ex gallerista americana Patty Cadby Birch. Lei lo ricordò nel proprio testamento, lasciandogli parecchie opere interessanti di autori tra cui Zoran Music e soprattutto Zao-Wou-Ki, il grande astrattista cinese. Il ragazzo, non sapendo come veicolarle ne mise alcune in vendita su Ebay, e da qui potemmo entrare in diretto contatto con lui ed acquisire i soggetti e gli autori che più ci interessavano”.

Tuttava il mercato italiano, a quei tempi, non sembra essere pronto di Zao-Wou-Ki: “la committenza italiana era a digiuno di arte cinese, così optammo per la'"via della seta' e trovammo terreno molto fertile ad Hong Kong. La città offriva, nel nostro specifico settore, parecchie opportunità lavorative, così le nostre sortite orientali si fecero sempre più frequenti, finchè nel 2013 decidemmo di trasferirci in pianta stabile nell'accogliente 'Perla d'Oriente'". A questo punto arriva la conoscenza con il collezionista d’arte e tycoon George Wong: “è stato come un padre per noi - spiega il mercante triestino -, e ci ha scelto dopo un minuzioso esame di tre ore. A quel punto siamo diventati suoi soci, aprendo assieme a lui una delle più grandi gallerie di Hong Kong. Grazie alla nostra cooperazione, la collezione si è arrichita di nomi come Modigliani, Klimt, Vedova e altri, più un Francis Bacon con un soggetto importante, pagato la ‘modica’ somma di 2 milioni di sterline, già allora una valutazione estremamente bassa. Oggi, ad otto anni di distanza, vale più del doppio”.

Intanto Savadori trova la propria dimensione in questa città così differente dalla sua Trieste, e incontra una donna del posto, Rose, poi divenuta sua moglie. Quello che appare oggi è un uomo realizzato ed entusiasta, che a oltre sessant’anni ha appena iniziato ad affrontare nuove sfide: “Attualmente - spiega - assieme ad Alberto stiamo cercando di piazzare un Canaletto di grandi dimensioni e con un soggetto importante, proponendolo a quattro milioni di Euro. Nonostante gran parte delle persone trovino molto alte queste cifre, bisogna pensare che il lavoro del ‘mediatore’ in opere d'arte, che propone opere non di sua proprietà , risulta quasi sempre molto complesso e pieno di responsabilità, e le commissioni sono molto più risicate di quanto non si possa pensare”. “Mi considero comunque una modesta rotellina nel grande sistema dell'arte - conclude -, ma sono fiero di aver realizzato il sogno più ambizioso della mia esistenza, perché non ho mai cessato di crederci, lavorando, studiando, facendo anche tripli lavori. Alle giovani generazioni consiglio di non scendere mai a patti con la propria anima. Solo trovando la nostra ‘vera’ collocazione su questa terra potremo essere utili al prossimo ed in pace con noi stessi”.

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