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La sconvolgente storia delle sorelle Bucci, sopravvissute alla Shoah

Le sorelle Andra e Tatiana Bucci sono state oggi ricevute dal sindaco Roberto Dipiazza in municipio. Nel corso di un incontro stampa le sorelle hanno raccontato la tragedia che ha sconvolto la loro famiglia

TRIESTE - Deportate ad Auschwitz a soli sei anni, scampate agli atroci esperimenti del dottor Mengele e oggi attive nel mondo per testimoniare gli orrori del nazismo: è la storia delle sorelle Andra e Tatiana Bucci (87 e 85 anni), che oggi sono state ricevute dal sindaco Roberto Dipiazza e dal consigliere Stefano Bernobich in municipio. Nel corso di un incontro stampa le sorelle hanno condiviso la loro testimonianza che, ancora oggi, continuano a tramandare attraverso pubblicazioni, incontri e viaggi con i giovani e le scuole. "Alla fine degli incontri, spesso, questi ragazzi piangono e siamo noi a doverli consolare", spiega a margine dell'incontro Andra Bucci, che nella giornata di oggi, insieme a Tatiana ha rinnovato nell'uditorio la memoria degli anni bui dell'olocausto.

La storia

Le sorelle Bucci furono arrestate dai nazisti a Fiume nel 1944 insieme alla madre Mira Perlow, ebrea fuggita dai pogrom della Russia, e ad alcuni familiari tra cui il cuginetto Sergio De Simone. Sono state poi trattenute nella risiera di San Sabba e il giorno dopo, partendo dal Silos di Trieste, deportate ad Auschwitz. Qui sono state separate dalla madre. "Ci siamo salvate perché Mengele ci credeva gemelle", hanno raccontato, e furono infatti tenute in vita in quanto oggetto di interesse per gli esperimenti sui gemelli, venendo così internate nel 'kinderblock' insimeme ad altri bambini. Venti di loro, come appurato da successive ricerche, morirono perché oggetto dei folli esperimenti medici dei nazisti.

"Abbiamo avuto la fortuna di incontrare una 'blockeva', una guardiana che si era affezionata a noi e ci dava da vestire e da mangiare - hanno raccontato le sorelle -. lo pseudo - medico doveva fare degli esperimenti sulla tubercolosi e le ghiandole linfatiche e per scegliere i bambini ha posto loro una subdola domanda: 'Chi vuole raggiungere la mamma?'. La guardiana, prima, ci aveva detto di non dire nulla e non muoverci. Noi abbiamo avuto fiducia in lei e non ci siamo mosse, ma per nostro cugino Sergio il richiamo della mamma è stato troppo forte e se ne andò. Purtroppo né lui né gli altri bambini videro più la loro mamma". Sergio fu poi trasferito al campo di concentramento di Neuengamme, dove fu sottoposto agli esperimenti e morì. Le sorelle, invece, sopravvissero e furono accolte in un orfanotrofio dopo la liberazione di Auschwitz, nel 1945. Diversi anni dopo si ricongiunsero con la madre, sopravvissuta anch'essa.

Entrambe hanno riferito di avere un rapporto speciale con Trieste, dove hanno vissuto a lungo con la famiglia: "Quando mi chiedono di dove sei - ha dichiarato Andra Bucci - rispondo che sono triestina, amo questa città come se fossi nata, la mia vita è ricominciata qui". Nell'incontro sono state affrontate questioni di bruciante attualità, tra cui l'attuale situazione geopolitica e alcuni recenti episodi di antisemitismo, in merito ai quali Andra ha dichiarato che "l'antisemitismo c'è sempre stato, forse prima era più nascosto. Trovo sia molto pericoloso e bisogna parlarne. E' da tanti anni che porto la stella di David e un tempo, quando vedevo che qualcuno mi guardava, istintivamente chiudevo la camicetta. Penso che dovrò ricominciare a farlo, perché ho paura".

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