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Tragedia di via Ghirlandaio, incognite sulla data del decesso, in arrivo l'autopsia

Nella mattinata all'indomani del grave fatto di sangue in cui hanno perso la vita Roberto Fabris e Iolanda Pierazzo, coniugi anziani trovati morti sul divano del loro appartamento, nel condominio non c'è molta voglia di parlare. "Siamo distrutti, questa storia è arrivata come una bomba". Il dirimpettaio: "Guardo la televisione con le cuffie, sento poco i rumori". Tra i ricordi quello dello chef stellato Matteo Metullio: "Erano miei clienti, una coppia eccezionale, giravano ancora mano nella mano"

TRIESTE - Una tragedia avvolta dal silenzio e che potrebbe essere avvenuta ore, forse addirittura giorni prima del rinvenimento. I vicini di casa di Roberto Fabris e Iolanda Pierazzo, i due coniugi trovati morti sul divano di un appartamento di via del Ghirlandaio a Trieste, non si capacitano di quanto avvenuto e i carabinieri indagano a 360 gradi per individuare il possibile movente. Secondo una prima ricostruzione, il marito avrebbe sparato alla moglie, per poi togliersi la vita assumendo un mix di farmaci, tra i quali il Diazepam. Il giorno dopo, nel palazzo dove si è consumato il dramma, nessuno sembra aver sentito nulla. Del colpo esploso dalla Bernardelli calibro 762 i vicini non sanno niente.

Le due pistole in casa

In casa Roberto Fabris deteneva regolarmente anche un'altra pistola. Il dirimpettaio, il signor Giorgio, a TriestePrima racconta di "non aver sentito niente di niente". I pochi contatti con la coppia - definita come "molto riservata" - li aveva in ascensore o sulle scale. "Io abito qui da 20 anni - continua -, quando io sono arrivato loro due erano già qua". Sull'aver sentito o meno lo sparo, Giorgio è sicuro. "Non ho l'udito che funziona molto bene, guardo la televisione con le cuffie e sento poco i rumori. Per me è tutto questo una sorpresa". 

Roberto Fabris e Iolanda Pierazzo: chi era la coppia

"Siamo distrutti"

Tra i vicini di casa lo stupore è tanto e in pochi hanno voglia di parlare. "Siamo distrutti, è una cosa pazzesca, è arrivata come una bomba" racconta un residente nel condominio. Confermando la riservatezza della coppia, il vicino di casa sostiene di aver visto Roberto l'ultima volta molto tempo fa. "Forse sul balcone durante il lockdown". La signora Pierazzo, invece, l'aveva intravista alcune settimane prima, sotto casa per prendere un taxi. "Tutto normale, niente di anomalo" è il racconto che conferma l'assoluta normalità di una vita passata in coppia. Roberto e Iolanda erano clienti di uno studio dentistitco dell'Isontino. In una occasione, secondo fonti di TriestePrima, il signor Fabris aveva condiviso una sorta di angoscia per ciò che, negli ultimi mesi, sta accadendo nel mondo. La pandemia, questo il punto toccato da un vicino di casa, "è stato un periodo drammatico per loro". 

Le indagini dei carabinieri

Le indagini per fare luce sul grave fatto di cronaca sono affidate al Nucleo investigativo dei Carabinieri guidato dal maggiore Fabio Gentilini e coordinate dal pubblico ministero Pietro Montrone. Verrà disposta l'autopsia sul cadavere di entrambi i coniugi, soprattutto per risalire alla data del decesso che non convince l'Arma. Non è sicuro, infatti, che la morte sia avvenuta nella giornata di ieri 6 marzo; è possibile, anche se solo l'esame autoptico lo chiarirà con esattezza, che qualcosa sia successo ore, forse addirittura giorni prima del rinvenimento dei corpi. Dubbi permangono sul movente, ovvero sulle ragioni della tragedia. 

I ricordi dello chef Metullio

Tra i ricordi personali spunta anche quello di Matteo Metullio, chef stellato dell'Harris di piazza Unità. "Erano nostri clienti - racconta a chi scrive - ed erano due persone squisite. Sempre curiosi, molto ricercati. Lui amava la politica, lei sempre molto gentile ed elegante. Venivano spesso da noi, anche dopo il teatro". Il teatro è il Verdi del quale la coppia era diventata sostenitrice attiva, atrtaverso opere di mecenatismo. Una vita benestante, lontana da ombre. "Questa cosa dell'omicidio-suicidio mi pare una cosa lunare" racconta un residente. Sulla porta d'ingresso quel biglietto, con l'indicazione delle chiavi. "E' una cosa che sapevamo - così un vicino - era nota anche all'amministratore di condominio". Nel condominio ci sono professionisti e persone che lavorano. Motli escono molto presto e rincasano la sera. Chi resta a casa, al mattino, sono le persone anziane. Nessuno, però, in via del Ghirlandaio 14 ha sentito niente. L'abitazione è stata posta sotto sequestro. Le indagini sono appena partite. 

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