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Trieste quarta in Italia per imprese creative e culturali

Preceduta soltanto da Milano, Firenze e Roma. Gorizia al 14esimo posto. Il Friuli Venezia Giulia, invece, è terzo in Italia dopo Lombardia e Lazio

TRIESTE - Trieste è la quarta provincia in Italia per imprese culturali e creative in relazione alla totalità delle imprese sul territorio (il 6,2 per cento). Il capoluogo giuliano è infatti preceduto soltanto da Milano, Firenze e Roma, città di tutt'altra entità, dimensione e peso produttivo. Il Friuli Venezia Giulia, invece, è la terza regione in Italia dopo Lombardia e Lazio per lo stesso indice. Sono dati riferiti al 2022 analizzati dalla Fondazione Symbola nel report annuale "Io sono cultura"(ed 2003) e comunicati a margine di una conferenza stampa da Anna Del Bianco, direttore centrale direzione cultura e sport della Regione Fvg.

Trieste e le imprese culturali - creative

Nel dettaglio, il capoluogo giuliano è anche al quinto posto in Italia per valore aggiunto prodotto dal sistema produttivo culturale e creativo sull'economia locale (pari al 7,4 per cento) e sesto per occupazione generata dal settore (il 7,1 per cento). Nota di merito anche per Gorizia, al 14esimo posto nella classifica delle province per maggior incidenza di imprese operanti nel core del settore culturale e creativo, con il 5 per cento sul totale delle imprese dell'area.

Dati regionali

"La filiera della cultura e della creatività è attiva e decisamente presente - ha spiegato Del Bianco relativamente al dato regionale -, in Friuli Venezia Giulia sono presenti circa 5mila imprese culturali e creative con un valore aggiunto sull'economia totale del territorio di due miliardi di euro prodotti in regione, che rappresentano il 5,5 per cento del valore aggiunto dell'economia". Un dato in crescita considerando che nel 2021 il valore era di circa 1,7 miliardi, ben al di sopra della media italiana, in cui il valore aggiunto generato da questo tipo di imprese è di poco superiore al 2 per cento. 

Il 2022, a livello regionale, vede la presenza di circa 31mila addetti, che sono pari al 5,8 per cento sul totale degli occupati della regione. Di questi, il 3 per cento è impiegato in imprese afferenti al core culturale e creativo della filiera, e il restante 2,8 per cento sono creative driven, professionisti della cultura e della creatività che operano presso aziende di altri settori. "Sono dati assoluti - conclude Del Bianco - ma se comparati col resto del territorio nazionale ci restituiscono l'immgine di una regione al top".

Presente all'incontro anche l'assessore regionale alla cultura Mario Anzil, secondo cui "si intravede un a luce interessante, che è quella della presenza importante di imprese culturali crerative di questa regione" e "la presenza di questi operatori così numerosi e qualificati giustifica un'intervento economico importante della regione nel settore culturale: siamo tra le regioni che maggiormente investono in cultura e lo possiamo fare proprio perché siamo certi che si tratta di risorse che costituiscono investimenti che daranno un ritorno ancora maggiore".

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