rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Il caso

Condanna di due anni a Tuiach per il post contro i gay: gli avvocati fanno ricorso

Lo difenderà pro bono l’avvocato Giorgio Mori del foro di Roma, insieme al collega Alessio Tranfa. Per l'avvocato "Mandare una persona in carcere per due anni perché parla di vaselina lascia perplessi. E' a rischio la libertà di parola"

Dopo la condanna di Fabio Tuiach a due anni di carcere per il noto post omofobo, i suoi legali fanno ricorso. Subentra quindi nel caso la figura dell’avvocato Giorgio Mori del foro di Roma, dirigente di Fratelli d’Italia, che ha sposato la causa decidendo di difendere pro bono l’ex consigliere comunale insieme al collega Alessio Tranfa. Gli avvocati hanno appena assunto l’incarico e i futuri passi sono ancora da definire.

“Mandare una persona in carcere per due anni perché parla di vaselina lascia perplessi – dichiara l’avvocato Mori a Trieste Prima -. Visto quando si è detto nei confronti di Berlusconi, penso che mezza Italia potrebbe finire in carcere. È un precedente delicato e va affrontato in modo corretto, sapendo che questa è la punta di un iceberg. È molto pericoloso lasciar passare questo, chi crede nella libertà deve affrontare questa battaglia come una sorta di Piave della democrazia e della libertà di parola”.

Il tema era il famoso post pubblicato da Tuiach sul social russo Vkontakte in seguito all’aggressione di Antonio Parisi, l’attivista Lgbt+ che dovrà essere risarcito per 15mila euro insieme all’associazione militante contro le discriminazioni “I sentinelli di Milano” (per 5mila euro). Inoltre Tuiach non beneficerà della pena sospesa, potrà tuttavia chiedere una misura alternativa al carcere. Ora, con il ricorso, le cose potrebbero cambiare.

“E’ un tema delicato – spiega Mori -, anche a Trieste la vicenda Puzzer ha generato in noi grande perplessità, con la vicenda del Daspo. Il post di Tuiach è brutto e osceno a livello contenutistico, ma si deve porre il problema dei contenuti giuridicamente rilevanti perché qua si tocca il tema della libertà della persona”.

L’avvocato conferma anche la scelta di voler difendere il condannato pro bono, per non pesare sulla famiglia: “la lor vita è già molto condizionata dagli eventi. La moglie mi ha scritto che ha ricevuto insulti e intimazioni al boicottaggio dell’azienda in cui lavora, solo perché “ci lavorava la moglie dell’omofobo””.

“Ci sono anche questioni tecnico giuridiche da approfondire – conclude Mori -, perché il post era su un social che non ha una sede in Italia, ma qui la questione principale è il confine tra diffamazione e libera espressione della parola, tra critica e sarcasmo”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Condanna di due anni a Tuiach per il post contro i gay: gli avvocati fanno ricorso

TriestePrima è in caricamento