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Lunedì, 29 Aprile 2024
Dopo la doccia gelata

Wartsila, la protesta si riorganizza, in fabbrica monta la rabbia

I sindacati hanno espresso tutto il loro disappunto per l'ennesimo voltafaccia della multinazionale finlandese maturato nella notte. "Con la decisione ha dichiarato il licenziamento dei 300 lavoratori della produzione e la precarietà occupazionale dei 600 lavoratori del Service". Assemblea alle 14, poi alle 17:30 l'incontro con i parlamentari. Sarà l'assemblea a decidere le forme di lotta da mettere in campo in questa fase

TRIESTE - Con il suo ennesimo e "inacettabile" voltafaccia Wartsila "ha dichiarato il licenziamento dei 300 lavoratori della produzione e la precarietà occupazionale dei 600 lavoratori del Service" e per questo motivo i sindacati dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra hanno convocato una assemblea di fabbrica che si terrà venerdì 12 gennaio alle 14. Una decisione che è stata presa in modo unitario tra le sigle, anche se non sono mancate divergenze in merito alle tempistiche della reazione sindacale. Al di là dei diversi approcci, il giorno dopo la fumata nerissima che di fatto ha spazzato via le già poche speranze di prorogare la cassa integrazione per i dipendenti, la Triplice organizza il dissenso e prepara l'ennesima battaglia. Non è escluso che si arrivi a dimostrazioni di piazza, intese come cortei o manifestazioni di protesta, fino all'ipotesi più radicale dell'occupazione dello stabilimento. 

L'ennesima doccia gelata

In tutto questo Wartsila tira dritto senza batter ciglio. Un atteggiamento che le istituzioni - in primis la Regione Friuli Venezia Giulia - non sopportano più. Le reazioni hanno provocato un diluvio di critiche nei confronti della multinazionale finlandese. Il trasformismo dell'azienda preoccupa e non poco. Un primo no era giunto nel tavolo di dicembre, riunione che avrebbe dovuto "chiudere" la partita, ma che si è rivelata un autentico fallimento; successivamente era stata la stessa multinazionale ad aprire ad un confronto, con tanto di lettera di convocazione ai sindacati. Ieri, infine, l'ennesima doccia a dir poco gelata. "In questo anno e mezzo - scrivono i sindacati - la multinazionale non ha fatto nulla per sostenere la reindustrializzazione del sito, e ha scaricato l’onere su Governo e istituzioni". Per Cgil, Cisl e Uil ora è necessario che il governo agisca immediatamente "con interventi legislativi sulla multinazionale per arginare e recuperare i danni industriali e sociali e per recuperare gli ingenti contributi pubblici trasferiti dallo stato a Wartsila". 

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