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Lunedì, 29 Aprile 2024
La vertenza

Wartsila: possibile nuova trattativa sulla "cassa", in piazza la vigilia di Natale

La decisione di un presidio dalle 10 alle 12 di domenica (tra piazza Unità e piazza della Borsa) è maturata nel corso dell'assemblea tenutasi questa mattina all'interno dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra. Dopo il no da parte dell'azienda sulla proroga di sei mesi degli ammortizzatori sociali e la durissima presa di posizione delle istituzioni, la multinazionale finlandese potrebbe aprire al dialogo

TRIESTE - Sotto l'albero speravano di trovare qualcosa di diverso per poter passare le feste con maggiore serenità. I lavoratori di Wartsila, riuniti questa mattina in assemblea, hanno deciso che passeranno la mattinata della vigilia di Natale partecipando al presidio indetto dai sindacati per la giornata di domenica. Il luogo dove si svolgerà la manifestazione rimane in attesa di autorizzazione da parte della questura (si parla di piazza Unità, ma anche la possibilità di usufruire degli spazi di piazza della Borsa), ma il segnale che i lavoratori vogliono dare è chiaro. "Torniamo in piazza - afferma Fabio Kanidisek della Cisl - con un presidio, faremo volantinaggio anche per portare il caso tra la gente". L'evento di protesta è in programma dalle 10 alle 12. 

Possibile apertura dell'azienda?

Nel frattempo, sul fronte della vertenza, "a brevissimo" i sindacati potrebbero venir chiamati dalla stessa azienda. La durissima presa di posizione da parte delle istituzioni (chi era presente al tavolo ha parlato di una Alessia Rosolen, assessore regionale al Lavoro, "imbufalita") e lo spettro di conseguenze non da poco per l'azienda (dopo il niet alla proroga della cassa integrazione), avrebbe generato un possibile dietrofront della multinazionale finlandese. Troppo presto ancora per conoscere i dettagli di una nuova trattativa, ma il nodo centrale - in occasione di un'apertura di Wartsila - sarebbe rappresentato soprattutto dalle risorse da mettere in campo per "coprire" la finestra degli ammortizzatori sociali nel 2024.

Il braccio di ferro

Il punto su cui trovare convergenza da parte degli attori coinvolti è legato a quante risorse mettere in campo per "coprire" i mesi di cassa e, soprattutto, individuare il soggetto (o più) che dovrebbe farsene carico. Il governo, dal canto suo, non sembra essere disposto a mettere mano al portafogli per la totalità dei sei mesi, quindi andrebbe trovata una soluzione (con qualche inevitabile compromesso) che possa andar bene a tutti. Un braccio di ferro tra sindacati, azienda e istituzioni che, dopo lo strappo consumatosi al ministero nei giorni scorsi, potrebbe ora ammorbidirsi. Una faccenda complicata che, a breve, potrebbe arrivare ad un punto di svolta.  

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