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Opera / Angolo del teatro

Applausi e bis per il Nabucco "risorgimentale" al Verdi

L'esperta direzione di Daniel Oren, insieme a un cast di tutto rispetto ha fatto brillare il capolavoro verdiano alla terza rappresentazione

TRIESTE - Un cast di voci eccellenti, una direzione più che mai protagonista e un coro di indiscussa potenza sono stati gli ingredienti per il successo della terza rappresentazione del Nabucco al teatro Verdi, andata in scena ieri pomeriggio, domenica 24 marzo. La bacchetta di Daniel Oren, ormai avvezza alle note del capolavoro Verdiano, ha guidato l’orchestra e il cast in un’esecuzione dinamica ma non forzata, a diverse intensità e colori, culminata in un “Va’ pensiero” con un bis quasi d’obbligo.

La regia di Giancarlo del Monaco si è ispirata alle originarie intenzioni di Verdi nella composizione dell’opera, considerata la più risorgimentale del repertorio verdiano, dove il popolo ebraico è metafora di quello italiano, proteso a riconquistare la propria identità nazionale. Gli ebrei, nella versione di Del Monaco, diventano quindi italiani in costumi ottocenteschi, con tanto di fazzoletti e coccarde tricolore, oppressi da un tiranno in divisa asburgica. Il tutto all'insegna del minimalismo: assente del tutto l’idolo infranto dell’ultimo atto, movimenti di scena per lo più al rallentatore e ridotti all’osso con un finale nell’immobilità generale. Una staticità di sicuro compensata dalla personalità e dal talento drammaturgico dei singoli interpreti.

Grande performance, anche interpretativa, per il baritono russo Roman Burdenko nel ruolo del titolo, che al di là della perfetta esecuzione ha saputo incarnare l’evoluzione del tiranno in re illuminato. Completano la tripletta di qualità un’Abigaille con la voce agile e corposa di Maria José Siri e un buon Zaccaria interpretato da Marko Mimica. Gradito il ritorno sul palco del Verdi di Carlo Ventre (Ismaele) mentre Anna Goryachova ha incarnato Fenena con grande precisione ed espressività. Al maestro Paolo Longo va infine il plauso per aver coordinato il coro del Verdi in una delle opere più impegnative dal punto di vista corale.  Un allestimento che ha già debuttato a Zagabria ma che arriva a Trieste in anteprima italiana, anche se l’idea dell’ambientazione risorgimentale non è certo inedita e ricorda il Nabucco portato da Arnaud Bernard all’Arena di Verona qualche anno fa. Nel complesso, una produzione in grado di suscitare scroscianti applausi e aver portato un vasto pubblico anche alla terza replica.

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