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Accorpamenti scuole: il Comune tira dritto, la rabbia delle opposizioni

Alcune decine di persone in presidio, nella serata del 20 novembre, sotto il Municipio, dove si svolgeva un Consiglio comunale straordinario. La seduta era stata convocata dalle opposizioni in merito all'accorpamento delle dirigenze, che coinvolge alcune scuole tra cui la Bergamas di San Giacomo. De Blasio: "Le singole scuole rimangono vive, solo assegnate a un istituto differente”.

TRIESTE - Un consiglio comunale straordinario, convocato ieri sera dalle opposizioni contro il piano di dimensionamento scolastico del Comune, lascia scontente le opposizioni e le decine di persone in presidio sotto il municipio. L'assessore all'educazione De Blasio e la Giunta Dipiazza rimangono infatti sulle proprie posizioni sostenendo la bontà del piano, che prevede l’accorpamento della dirigenza della scuola Bergamas con altri due istituti limitrofi, e dell’Ics Roiano Gretta al Margherita Hack. Una decisione che è seguita a un decreto del Governo Meloni in seno alla manovra finanziaria, in una visione che è stata sposata in toto dall’amministrazione comunale. Gli accorpamenti annunciati hanno provocato un’importante mobilitazione tra insegnanti e studenti delle scuole coinvolte, scesi in piazza lo scorso venerdì 17 novembre alla manifestazione di Cgil e Uil contro la suddetta manovra governativa.

Il presidio di ieri è stato invece convocato dalle forze di opposizione in Consiglio Comunale: Partito Democratico, Adesso Trieste, Lista Russo Punto Franco e Movimento 5 Stelle. Per Kevin Nicolini e Giorgia Kakovic di Adesso Trieste, “attraverso questa scellerata azione aumenteranno non solo le difficoltà logistiche e gestionali, ma si inciderà anche negativamente sui processi di apprendimento e sullo stesso diritto di accesso all’istruzione. Tutto questo a fronte di modesti risparmi di spesa”. Per Adesso Trieste il Comune “avrebbe dovuto respingere al mittente la proposta e chiedere alla Regione stessa di opporsi alle richieste di dimensionamento provenienti da Roma, invece ha accolto a sua volta una proposta che deturperà in modo indelebile la qualità dei nostri servizi scolastici”.

Sul piede di guerra anche la pentastellata Alessandra Richetti, che premette: “Apprezziamo il fatto che De Blasio ci mette la faccia, a differenza di altri assessori”, ritenendo tuttavia che “in nome di un rispetto della legge e del decreto ministeriale, qui ci si sta dimenticando che siamo una regione a statuto speciale con esigenze specifiche. Il decreto ministeriale, in questo caso, dà un’uscita”, con delle eccezioni previste “dove ci sono situazioni di comuni montani, e Trieste è catalogata come parzialmente montana. Inoltre il decreto parla di peculiarità linguistiche e noi siamo una zona di confine, fatto che viene negato e applicato a seconda di dove fa comodo”. L’accorpamento creerebbe inoltre “un maxi istituto comprensivo che é fuorilegge e comprende 1500 studenti. Nient’altro che una propaganda per risparmiare, con una certa sudditanza al Governo centrale”.

L’assessore De Blasio replica alle critiche dichiarando che “E’ importante che l’amministrazione abbia preso atto di questo decreto, il quale è stato percepito dalla Regione che ha emesso le linee guida”, ed era “necessario elaborare una proposta dell’amministrazione in modo tale che, quando si realizzerà questa riduzione di due dirigenze sarà già tutto pronto per consentire lavori di segreterie e tutto quello che ne deriva. Siamo consapevoli che le persone interessate a questo piano di dimensionamento l’abbiano percepito come un’azione negativa e sto lavorando per far comprendere quali sono i motivi e le opportunità”.

In merito alle critiche dell’opposizione e alle proteste degli insegnanti che vedono l’accorpamento dell’istituto Bergamas come un depauperamento per il rione di San Giacomo, De Blasio risponde che “parliamo di una dirigenza scolastica e della direzione di un istituto comprensivo, non della chiusura di un plesso. Questo avrebbe comportato un cambio significativo dell’offerta scolastica”, mentre invece “parliamo di ragionamenti fatti su istituti comprensivi e loro dirigenze e non sulle singole scuole e plessi scolastici. Le singole scuole rimangono vive, solo assegnate a un istituto differente”.

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