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Cyberbullismo, Tuiach: «Su Facebook vengo bloccato perchè Zuckerberg è il re delle zecche rosse»

Il consigliere comunale si sfoga nel corso della discussione della mozione contro il cyberbullismo e corretto linguaggio degli esponenti delle istituzioni in rete presentata da Laura Famulari (Pd)

Una mozione discussa in ritardo di 3 mesi che però, pur vedendo invalidata una dei due intendimenti (ossia quello di carattere nazionale, vista la recente approvazione della legge) ha scaldato gli animi del Consiglio comunale. «Promuovere una campagna sull'uso corretto dei social media affinchè gli adulti diano buoni esempi a partire da chi ricopre cariche pubbliche, al fine di ripristinare il rispetto degli interlocutori (in questo caso on line) al fine di limitare le modalità di espressioni aggressive e denigratorie che inquinano luoghi di confronto e di dialogo e offendono l'onore, il decoro e la reputazione di una o più persone o stigmatizzano intere categorie di persone», spiega la prima firmataria Laura Famulari (Pd).

FAMULARI - Famulari il 15 marzo, in Commissione, si era detta «disponibile ad accogliere emendamenti da parte della maggioranza, c'è chi ha anche parlato di un codice deontologico o delle linee guida per chi ricopre cariche pubbliche», ma «anche chi a fronte di queste ovvietà ritiene la mozione "censoria" (cosa che non vuole essere come da premesse e citazioni della Costituzione e Carta italiana dei diritti di internet): noi non vogliamo andare contro le idee, ma ci interessa il modo in cui queste vengono espresse. L’intento è quello di sensibilizzare la classe politica a utilizzare un linguaggio corretto che non dia adito a odio o violenza. Mi auguro che in Consiglio se ne colga lo spirito». 

TUIACH - Come detto gli animi si sono subito scaldati, in particolare quelli di Fabio Tuiach (Lega nord) che si è sentito chiamato in causa e ha prontamente replicato (tra l'altro proprio lui aveva ricevuto apprezzamenti per una mozione contro il cyberbullismo): «Vogliamo parlare degli insulti che ha subito mio figlio già prima che nascesse?. Tante volte grazie a Facebook sono arrivato a livello di media nazionali, ma il mio profilo viene bloccato di continuo perchè Zuckerberg se l'è presa quando l'ho chiaamto "re delle zecche rosse". Perché usa le vostre regole (indicando i banchi del Partito democratico, ndr). Io ho fatto più di un centinaio di querele per le minacce di morte a me e alla mia famiglia». Nel secondo intervento poi Tuiach si è rivolto all'opposizione: «Siete tutti simpatici, ma penso che noi siamo i buoni, e voi cosiddetti buonisti siete cattivi e dalla parte del business».

MAGGIORANZA - «Il rispetto dovrebbe esser alla base del vivere civile. Ringrazio la consigliera Famulari - ha esordito Manuela Declich (Forza Italia) -. È giustissimo intervenire come succede già nelle varie aeree del Comune. Purtoppo c'è una miscela esplosiva di vuoto educativo e realtà virtuale. La mozione se indirizzata sui minori l'avrei accolta, ma mi asterrò cogliendo comunque la ricerca di una dialettica tra di noi».

A difendere Tuiach c'ha poi pensato Everest Bertoli (Forza Italia): «Tutti sappiamo che questa mozione è stata presentata proprio dopo un post del consigliere Tuiach bersaglio di questa mozione. Dire "culimoni" è cyberbullismo?. Io penso che se supera i confini del codice civile o penale saranno altri a valutare, non il Consiglio comunale. Cerchiamo di non usare argomenti così delicati per motivi politici, io credo che le frasi di Tuiach siano sbagliate, ma va rispettata la libertà di espressione e ricordiamoci che questo signore i suoi voti li ha presi».

«Che i social media siano diventati uno sfogatoio e che si dica quello che una volta si dicevano in taverna dopo due fischi di vino, è acclarato. Cosa si può fare per gli adulti? Mi metto nei panni dei poveri assessori che devono partire con la sensibilizzazione di chi ricopre cariche pubbliche - replica Claudio Giacomelli (Fratelli d'Italia) -. Io credo che non sia una campagna contro un episodio, anche perchè parole come «indegno», «ignobile», «di un'ignoranza spaventosa», sono apparse nel gruppo Facebook "Pd Comune di Trieste», ha concluso sarcasticamente il capogruppo FdI.

«Io presuppongo che chi scrive la mozione si tiri fuori dal tema in oggetto. Ma non sta in piedi - esordisce Paolo Polidori (Lega nord) -. Nel momento in cui il pulpito da cui viene la predica sono i burattinai che stanno devastando il paese. Visto che di là ci sono i portatori della cultura e sapienza, mentre da questa parte ci sono i rozzi guerrieri e contadini che non sanno esprimersi. Io rabbrividisco quando c'è una consuetudine di usi e termini comuni come "razzismo" collegati alla Lega nord, quando razzismo vuol dire supremazia della razza su un'altra. Allora voi sareste fomentatori d'odio nei confronti di chi razzista non è». 

OPPOSIZIONE - «Non ho mai ho citato alcun caso specifico o un consigliere comunale che poi si è sentito chiamato in causa, forse perché riconosce delle sue responsabilità» ha replicato Famulari a cui è seguito Giovanni Barbo (Pd): «Ormai i social sono sempre più terra di nessuno, con i giovani sempre pronti a seguire i testimonial, positivi ma anche negativi. Mi pare che negli interventi precedenti si sia perso il senso e non capisco come non si possa condividere». 

«Soffrendo d'insonnia scorro spesso Facebook - ha spiegato Maria Teresa Bassa Poropat (Insieme per Cosolini sindaco) -. Questa mozione la ritengo quasi inutile perché non dovrebbero essere assessori o sindaci a dire a una persona come comportarsi anche per una questione di dignità. Raramente leggiamo commenti positivi, se non forse le ricette. Questo deve farci riflettere. Io rappresento i cittadini e devo anche dare l'esempio ai miei concittadini perché svolgo un ruolo pubblico: è faticoso non poter dividere l'aspetto pubblico da quello privato. Questo lo vivo con grande senso di responsabilità e a volte molta fatica. La mozione mi sembra quasi un invito».

«Come può Tuiach che presenta una mozione sul cyberbullismo, poi scrivere e dire cose che incitano all'odio e che spazziano? Si chiama "dissononanza cognitiva", mancanza di riferimenti», ha detto Cristina Bertoni (Movimento 5 stelle). 

GABRIELLI - Interpellato direttamente il presidente del Consiglio Marco Gabrielli ha espresso il suo pensiero: «Ritengo che un po' tutti dovremmo un attimo concentrarci sui termini che usiamo che forse anche se non li percepiamo offensivi per altri possono esserlo».

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