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Dipendenti regionali, caos buoni pasto a Trieste: «Non tutti li accettano»

Lo riferisce in una nota Rodolfo Ziberna, consigliere regionale di Forza Italia

«Aver voluto modificare il sistema delle indennità mensa per i dipendenti regionali senza un minimo di studio e programmazione sta portando ad una gestione schizofrenica degli stessi rimborsi, in un contesto regionale vasto e diversificato. L'indennità di mensa prevista fino al dicembre 2014 garantiva un'omogeneità di trattamento nei confronti di tutti i dipendenti ma adesso, in considerazione della problematica gestione dei buoni pasto si è pensato di cambiare sistema: i 2.500 dipendenti avranno, nel pieno rispetto della democrazia e dell'uguaglianza, ben tre sistemi diversi di rimborso per i pasti!». Lo riferisce in una nota Rodolfo Ziberna, consigliere regionale di Forza Italia.

«A Trieste – precisa il consigliere forzista - ci saranno le tessere elettroniche che utilizzate come bancomat permetteranno di consumare i pasti nei pochi ristoranti dotati della strumentazione necessaria e probabilmente nella sola fascia oraria prevista per la pausa pranzo. A Udine continuerà la distribuzione dei buoni pasto cartacei, che perlomeno consentono un utilizzo più autonomo temporalmente. Per i dipendenti del Corpo Forestale, della Protezione Civile, dell’ERSA di Pozzuolo, di alcuni Uffici Tavolari e degli uffici di Via Montesanto a Gorizia verrà reintrodotta sul cedolino stipendiale l'indennità mensa …che d’incanto ed all'improvviso ritorna per magia fattibile!»

«La scelta dei buoni pasto – aggiunge Rodolfo Ziberna - ha fatto, come era prevedibile, diminuire il potere d'acquisto in quanto i locali che Zibernaaccettano i buoni pasto (al momento i cartacei) sono mediamente i più cari (anche del 30-40%), mentre i supermercati discount che praticano prezzi bassi ovviamente non li accettano, mentre altre catene fanno pagare una penalizzazione del 7%. Inoltre gli esercizi commerciali convenzionati sono inseriti in un elenco dettagliato ma inesatto e totalmente approssimativo. Ogni esercizio si comporta come ritiene, rifiutando i buoni pasto per l’acquisto di diversi beni alimentari, non permettendo l’acquisto di bevande (ovviamente analcoliche), ponendo un limite massimo di buoni utilizzabili per singolo scontrino, non effettuando scontistica legata a proprie promozioni, con ciò obbligando i dipendenti ad usare contanti anziché i buoni pasto».

«Per questa ragioni – ha annunciato Ziberna – ho presentato una interrogazione alla presidente ed all’assessore competente con cui chiedo, tra l’altro, se non sarebbe più utile, meno dispendioso e soprattutto più in linea con i principi di uguaglianza di trattamento di tutti i dipendenti il ripristino dell'indennità mensa nel cedolino paga per tutti, pur in parte decurtato, ma che almeno permetta al dipendente di poterne fruire in modo agevole, in un maggior numero di esercizi commerciali, senza decurtazioni di valore, in fasce orarie più elastiche ed in grado, alla fine, anche di far girare denaro sonante e di contribuire al rilancio dell'economia, senza voler sempre fare cassa ed infierire sui dipendenti i quali costituiscono la vera risorsa dell’Amministrazione?»

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