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“La Buona Scuola”, PSI Trieste: «Non soddisfatti della riforma, gravi lacune e criticità»

Lo dichiara in una nota la Federazione di Trieste del Partito Socialista: «La federazione triestina del Partito Socialista Italiano, pur riconoscendo la necessità di una riforma, non si può esimere dal rilevare le gravi criticità che questa cosiddetta Buona (?) scuola contiene»

«Recentemente si è assistito al fiorire di varie iniziative e raccolte firme contro la legge 107 del 2015, conosciuta ai più come la “Buona scuola” che ne mettono legittimamente in evidenza i numerosi limiti. Indubitabile in questo senso è stato il contributo del PSI in sede parlamentare che ha permesso di smussare molti angoli, altrimenti davvero duri, del disegno di legge. Questo impegno si è sostanziato, tra le altre cose, in una maggiore collegialità nell’adozione del Piano formativo e nei 10 milioni previsti per le scuole disagiate».

Lo afferma in una nota la Federazione di Trieste del Partito Socialista Italiano.

«Tuttavia - continua la nota - , sebbene i deputati e senatori socialisti abbiano contribuito in modo notevole a migliorare il ddl governativo, battagliando per limitare l'arbitrio dei dirigenti scolastici, a favore del meccanismo di un 5 per mille destinato agli istituti più poveri e contro il finanziamento indiretto alle paritarie che sottrae risorse alla scuola pubblica, non possiamo certo dirci soddisfatti del risultato finale».

«La federazione triestina del Partito Socialista Italiano - concludono - , pur riconoscendo la necessità di una riforma, non si può esimere dal rilevare le gravi criticità che questa cosiddetta Buona (?) scuola contiene, condividendo - pur in netta rottura con la segreteria nazionale - le stesse istanze, dubbi e critiche presentate da lavoratori e sindacati».

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