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Porto di Trieste / S. Vito - S. Andrea / Via Karl Ludwig Von Bruck

Impatto economico dei porti di Trieste e Monfalcone: Incrementi per fronteggiare la crisi

Congiuntura nel Mar Rosso, D'Agostino: "Il nostro porto servito con un giro abbastanza contorto, non più diretto"

TRIESTE - “Una valutazione dell’impatto che sottolinea dati entusiasmanti” - così il presidente dell’Autorità di sistema portuale del mare adriatico orientale Zeno D’Agostino, alla presentazione dello studio sull’impatto economico in ambito portuale a Trieste e Monfalcone, illustrato oggi alla Torre del Lloyd a Trieste. Dalla valutazione realizzata da Aiom, Agenzia imprenditoriale operatori marittimi di Trieste, si nota un aumento nell’occupazione diretta nei terminal in concessione, industriali, intermodali e ‘multi-purpose’ con un incremento del +16,45% dell’occupazione delle aziende insediate nei due scali rispetto al precedente studio del 2017.

L'Economia Portuale

Il valore annuo della produzione è stato di 1.9 miliardi di euro, includendo l'indotto primario. Aggiungendo la stima del valore della produzione nell'indotto secondario, si raggiunge la cifra di 4 miliardi e 285 milioni. “Se si tiene conto che i dati, per necessità di averli definitivi, si riferiscono all’anno 2021, periodo nel quale la pandemia da Coronavirus ancora non si era esaurita, il giudizio non può che essere sufficientemente positivo” commenta Zeno D’Agostino. Come D’Agostino, a ricordare la pandemia è anche Sergio Bologna, presidente Aiom, che sottolinea come tutti i porti siano ancora in stato di shock: “Che il sistema abbia resistito è notevole, i dati che vedono i spedizionieri in crescita credo sia un salto di qualità”. Danilo Stevenato, consigliere Aiom che ha seguito la valutazione dell’impatto commenta: “Sull’aspetto fiscale abbiamo analizzato quanto spende la Regione nella portualità. Abbiamo preso gli impegni spesa della Regione, in tutti gli interventi in ambito portuale si arriva a 199 milioni di euro. Le entrate che abbiamo stabilito per i due porti sono di 370 milioni di euro. Un dato estremamente positivo”.

Crisi in Mar Rosso

Per quanto riguarda le due settimane senza portacontainer transoceanica e i conseguenti danni al sistema portuale giuliano il presidente D’Agostino ha così commentato: “Abbiamo visto già i dati statistici del 2023, abbiamo chiaramente un calo che non è collegato solamente a quei giorni di stop dovuti alla situazione nel Mar Rosso, ma è dettato dal fatto che l’anno scorso non è stato eccezionale per nessuno dei porti a livello globale. Nel nostro caso si tratta di un leggero calo, soprattutto sui container: se i danni fossero solo quelli legati alla situazione degli attacchi Houthi, sarebbero abbastanza ‘bypassabili’. Spaventa di più il ragionamento sul medio e lungo periodo, quindi quello che è stato nelle ultime due settimane è stato, adesso le navi, come vedete, incominciano ad arrivare e fanno la loro attività. Il problema è che siamo di fronte ad un mondo in recessione, un mondo con un traffico più basso. Ci troviamo il problema del nostro porto che viene servito con un giro abbastanza contorto: non più diretto, con navi che non riescono a passare dal canale di Suez”.

Porto e crisi in Mar Rosso: Trieste da due settimane senza portacontainer transoceanica

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