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Domenica, 28 Aprile 2024
Il convegno

La strategia per limitare il diffondersi di batteri antibiotico resistenti al centro del convegno al Burlo

Al Convegno, coordinato dalla dottoressa Paola Toscani, direttore sanitario del “Burlo Garofolo”  e dalla professoressa Manola Comar, direttore della Diagnostica Avanzata Microbiologia Traslazionale dell’Irccs, hanno preso parte esperti provenienti da tutte le aziende sanitarie della Regione e da altri primari centri pediatrici italiani

TRIESTE - Individuare le migliori strategie e condividere le pratiche più efficaci per evitare il diffondersi di batteri antibiotico resistenti che ogni anno in Europa sono all’origine di 700mila casi di infezioni e oltre 33mila morti, è stato l’obiettivo del convegno “Antimicrobical Stewardship: quali sfide in pediatria?” organizzato oggi a Trieste dall’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” con la supervisione scientifica della dottoressa Paola Toscani, direttore sanitario del “Burlo Garofolo” e della professoressa Manola Comar, direttore della Microbiologia Traslazionale dell’Irccs.

Aperto dal Direttore Generale dell’Irccs, dottor Stefano Dorbolò e dai saluti del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Trieste, professor Roberto Di Lenarda e del Direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore della Sanità, professoressa Anna Teresa Palamara, il convegno, davanti a un folto pubblico di professionisti del settore sanitario, ha visto le relazioni di numerosi esperti provenienti da tutte le aziende sanitarie della Regione e da diversi primari centri pediatrici italiani. Le varie sessioni del convegno si sono aperte con la relazione del professor Silvio Brusaferro, ordinario di igiene e medicina preventiva di Uniud su “Antimicrobical Stewardship: una sfida globale” . A seguire gli autorevoli professionisti si sono confrontati sulle "migliori pratiche" per la sorveglianza e il controllo della resistenza agli antibiotici, così da promuovere, a livello ospedaliero e territoriale, l’aggiornamento sulle attuali linee guida e sui rischi dell’uso improprio degli antibiotici e armonizzare e condividere le esperienze di prevenzione attuate nei diversi contesti nazionali.

«I microrganismi resistenti agli antibiotici – ha dichiarato la dottoressa Toscani a margine dell’incontro - costituiscono una importante minaccia per la salute pubblica, con oltre 33.000 morti, un terzo delle quali si è verificato in Italia.  L’uso improprio degli antibiotici – ha continuato - è il principale fattore di rischio per l'insorgenza e la diffusione di microrganismi multi-farmaco resistenti e gli antibiotici sono tra i farmaci più comunemente prescritti ai bambini, spesso per trattare condizioni febbrili che nella stragrande maggioranza sono causate da agenti virali, contro i quali gli antibiotici sono completamente inefficaci. Da qui la decisione di organizzare questo convegno perché diventa sempre più importante implementare, anche in ambito pediatrico, sistemi di gestione (stewardship) degli antibiotici, che si pongono l’obiettivo di limitare l'emergenza e la trasmissione di batteri resistenti agli antimicrobici. A tal fine – ha concluso – abbiamo coinvolto trasversalmente medici pediatri, infettivologi, microbiologi e ogni altro professionista impegnato nella diagnosi e nel trattamento delle patologie infettive, in modo da poter avviare un confronto e uno scambio delle migliori pratiche attualmente esistenti per evitare il diffondersi di batteri antibiotico resistenti».

Dal canto suo, la professoressa Manola Comar, direttore della Diagnostica Avanzata Microbiologia Traslazionale dell'Irccs e professore di Microbiologia all’Università degli studi di Trieste ha chiarito che: «Conoscere il proprio nemico è essenziale per poterlo sconfiggere. Sapere, dunque, con esattezza qual è l’agente patogeno specifico responsabile di un’infezione e individuare le eventuali resistenze intrinseche in "tempo reale" aumenta le chances di cura e riduce il rischio di diffusione dei ‘super-batteri. Il Burlo – ha aggiunto - è attivamente impegnato in soluzioni diagnostiche con test di ultima generazione, una strategia proattiva al fine di evitare trattamenti antibiotici a largo spettro. Inoltre, i ricercatori dell'Irccs sono impegnati da anni in progetti di ricerca su questo tema, finanziati dal Ministero della salute, con l'obiettivo di individuare sia nuove molecole ad attività antibatterica che soluzioni alternative, in caso di fallimento terapeutico, quali il trapianto di microbioma».

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