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Il blitz a Prato

Traffici oscuri tra i Balcani e l'Italia, centinaia di auto sequestrate, banda nei guai

Le fiamme gialle di Gorizia hanno indagato quattro soggetti, tre calabresi e un cittadino di nazionalità romena, ritenuti responsabili di truffa aggravata ai danni dello Stato. Il parco auto era a Prato, ma i quattro commercializzavano i mezzi tra il nostro paese e Ungheria, Austria, Romania e Bulgaria

GORIZIA - Tre soggetti di calabresi (originari della provincia di Crotone) e un cittadino di nazionalità romena (tutti tra i 30 e i 50 anni) sono stati denunciati dalla guardia di finanza del capoluogo isontino in quanto ritenuti responsabili parte di un sodalizio criminale che, nella città di Prato, avrebbe commesso una maxi truffa ai danni dello Stato esportando e, più in generale commercializzando, centinaia di autoveicoli attraverso pratiche illegali. Nell'operazione (a cui hanno partecipato anche le fiamme gialle del comune toscano e di Firenze), sono stati sequestrati 135 veicoli (del valore complessivo di oltre un milione di euro), oltre 12mila euro tra contanti e assegni e un'area di circa 5.000 metri quadrati adibita, dagli stessi indagati, a discarica abusiva per rifiuti speciali e pericolosi.  

Il modus operandi

L'indagine si è svolta in tempi molto rapidi. Solo qualche settimana fa, infatti, un autocarro con targa rumena viene sottoposto ad un controllo presso il valico di Sant'Andrea a Gorizia. I sospetti si concentrano fin da subito sull'immatricolazione dello stesso, ovvero del fatto che fosse registrato sia in Italia che in Romania. Dopo i controlli del caso e la pista seguita nell'indagine, i finanzieri individuano un parco auto composto da oltre 600 automezzi tutti intestati ad uno dei tre soggetti calabresi residente a Prato. L'uomo in questione, tra le altre cose, è gravato da numerosi precedenti penali. Ma in che modo il sodalizio criminale metteva in atto le proprie attività illegali? Il caso è presto spiegato. 

Le operazioni in nero

I veicoli venivano tutti acquistati dal capofamiglia (tra gli indagati anche il figlio) mediante indebito ricorso alla pratica della cosiddetta “mini-voltura” (in Italia, sul mercato nero, ma anche online) ed erano posti in sospensione di tassa di possesso (ossia di bollo auto) e concessi in uso a diversi soggetti, quasi tutti con precedenti penali e, a volte, anche soggetti residenti sul territorio nazionale in maniera illegale. La legge italiana vieta il ricorso a tali pratiche, in quanto i titolari di aziende del settore automobilistico possono pagare "a tariffe molto agevolate" il passaggio di proprietà sulle autovetture. Inoltre, sono esenti dal pagamento del bollo auto fino all’avvenuta vendita delle stesse. Il soggetto calabrese di fatto si era intestato oltre 600 automezzi, ma preferiva esportarli o cederli a noleggio con operazioni "del tutto in nero". 

Oltre 150mila euro di multe

Molti anche i veicoli che sono risultati rubati (alcuni furti erano stati commessi diversi anni fa), mentre la maggior parte risultava gravata da fermi amministrativi derivanti dal mancato versamento di imposte sui redditi e sul valore aggiunto (fallimenti, pignoramenti, mancata riscossione di imposte comunali e molto altro). In totale, le fiamme gialle hanno notificato oltre 300 verbali di contestazioni al codice della strada, per un valore totale di più di 150mila euro. Numerose le macchine esportate all'estero (principalmente in Bulgaria e Romania, ma anche in Austria e Ungheria). 

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