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La funzione / S. Vito - S. Andrea / Via Don Giovanni Minzoni

In centinaia per l’ultimo saluto a Maurizio Fermeglia: “Anima immensamente gentile”

In molti fuori dalla chiesa, gremita di amici, ex allievi, e collaboratori. La funzione è stata celebrata da don Ettore Malnati. Grande commozione tra il pubblico per i discorsi dei figli Alice e Matteo

TRIESTE - Una folla oceanica e commossa ha riempito stamattina la chiesa di Notre Dame de Sion per l’ultimo saluto all’ex rettore dell'Università di Trieste Maurizio Fermeglia, deceduto per un fatale malore durante un’escursione in val Rosandra la scorsa domenica 25 febbraio. La chiesa non è riuscita a contenere le centinaia di persone presenti alla funzione, tra cui esponenti politici e dell'ateneo, innumerevoli ex allievi, colleghi e collaboratori, nell'ambiente accademico e in altri ambiti nei quali aveva ricoperto cariche importanti, dal Wwf, di cui era delegato regionale, al soccorso alpino, di cui era stato a lungo coordinatore. I suoi ex compagni del Cnsas del Fvg erano infatti presenti in gran numero, schierati in uniforme nel presbiterio, mentre don Ettore Malnati pronunciava una sentita omelia funebre. Durante la funzione sono state eseguite alcuni brani musicali cari a Fermeglia, tra cui "Stairway to heaven" dei Led Zeppelin" e "Wish you were here" dei Pink Floyd, che ha accompagnato l'uscita del feretro nella commozione generale. 

Il ricordo dei figli

Grande emozione dell'uditorio anche per gli intensi discorsi dei figli di Maurizio, Alice e Matteo. Alice Fermeglia, in particolare, ha menzionato la val Rosandra, luogo adorato dal padre, lo stesso in cui, sfortunatamente, la sua vita si è spenta: "Mi hai cresciuto in questo posto fatato, che amavo profondamente, mi portavi a esplorare i luoghi nascosti della nostra seconda casa naturale. Ricordo quando raggiungemmo la vetta, mi hai guardato con quegli occhioni azzurri pieni di vita e di speranza, e mi hai detto 'guarda che spettacolo, ne è valsa la pena vero?'. E io, con il sorriso, ho risposto 'sì, sempre, papà'. Cammino per la valle, è un po’ malinconica anche lei. Non potrei mai odiare la val Rosandra perché tu vivi in lei, in ogni pietra, in ogni albero, in ogni ruscello e cascata. La persona di cui dovrò occuparmi d’ora in poi è proprio lei, la Natura, la tua. Te lo prometto papà, mi prenderò cura di te". 

"Se c’è una cosa che porto nel cuore di te, papà, - ha detto Matteo Fermeglia - è la ricerca della verità, quella che hai sempre cercato, quella con la V maiuscola, che definisce le cose e l’uomo. Ti sei battuto per essa in tutti i percorsi che hai intrapreso, fossero scalate impervie o piccole cose quotidiane". "Forse la verità - continua - è che onesta, dignità, bontà, perdono e amore sono le uniche cose che contano e tu hai abbracciato ognuna di queste, nella famiglia, nell'amicizia, nelle passioni e nel lavoro. Sei stato il migliore in tutto quello che hai fatto proprio perché dietro le tue azioni, le parole, gli sguardi e le battute sempre pronte c’era quell’anima gentile, immensamente. Forse, come cantano i tuoi amati Pink Floyd, hai raggiunto il segreto troppo presto".

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