rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Dopo la manifestazione / Barriera Vecchia - Città Vecchia / Piazza Unità d'Italia

Flex, i sindacati: "Saremo presto convocati a Roma"

Colautti (Usb): "Il Prefetto ha preso atto delle nostre richieste, sarà il primo cercare di portarle all’attenzione del Governo, ci ha confermato che saremo convocati quanto prima. Tempi strettissimi, oggi 80 interinali a rischio e l'azienda sta già predisponendo svuotamento fabbrica”

Soddisfazione da parte dei sindacati dopo l’incontro con il Prefetto in occasione della manifestazione in piazza Unità contro i 280 esuberi della Flex, che ha radunato oltre 150 persone. Il dottor Vardè avrebbe infatti confermato il suo impegno per l’attivazione in tempi brevi di un tavolo governativo con le parti sociali.

“E’ andata come ci aspettavamo – dichiara Sasha Colautti di Usb – il Prefetto ha preso atto delle nostre richieste, sarà il primo cercare di portarle all’attenzione del Governo, ci ha confermato che già adesso c’è già l’attenzione e saremo convocati quanto prima. Abbiamo fatto presente che i tempi sono strettissimi perché oggi 80 interinali sono già messi a rischio”. 

“Abbiamo anche chiesto al Governo – ha spiegato Colautti - di impegnarsi affinché questa azienda non intervenga unilateralmente nella chiusura di questi contratti”. È stata inoltre segnalata la questione dello svuotamento della fabbrica: “L’azienda sta già predisponendo il trasferimento di materiali e macchinari quindi il tavolo ministeriale deve arrivare con urgenza”. 

Antonio Rodà (Uilm) ha poi precisato che “è una vertenza importante quindi abbiamo chiesto al Prefetto che si faccia portavoce per l’intervento di un ministro o viceministro”, specificando che “non possiamo accettare minimamente questa impostazione che parla di delocalizzazione e di una multinazionale che non è in crisi ma che decide di andare a creare più profitto altrove” e ha esortato i dipendenti a protestare uniti “non dobbiamo pensare ‘io sono salvo perché sono stato assunto con il vecchio articolo 18’, le scelte dell’azienda vanno al di là di queste cose. Dobbiamo difenderci tutti assieme”.

Marco Relli, della Fiom Cgil, ha richiamato l’attenzione sul fatto che “Lo sviluppo, la ricerca, il know how viene portato in un paese europeo che non ha i diritti che abbiamo noi, non hanno il sindacato e hanno uno stipendio neanche paragonabile con quello del contratto nazionale italiano. Purtroppo per il conflitto russo – ucraino, lo stabilimento dall’Ucraina è stato spostato in Romania, neanche in questo momento drammatico hanno avuto l’accortezza di portare un po’ di lavoro a Trieste. Ora questa vertenza deve arrivare a livello nazionale, non può restare a livello locale”.

Alla manifestazione è intervenuto anche Alessandro Gavagnin (Fim Cisl) che ha portato una riflessione generale sul tema: “stiamo lottando da tempo con questa logica delle multinazionali che vengono qui per depredare le competenze, l’innovazione e i soldi da parte dello Stato, poi quando non ce ne sono più delocalizzano, e lo faranno probabilmente anche in Wartsila. Promettono di lasciare qui la parte innovazione e ricerca ma qui sul territorio nazionale abbiamo bisogno anche di produzione per l’economia del nostro territorio”.

Presenti alla manifestazione anche diversi esponenti della politica locale e nazionale, tra cui la deputata Debora Serracchiani, che al termine di un incontro con i vertici dello stabilimento ha dichiarato che "La decisione di Flex di non procedere con il licenziamento collettivo lascia margini ai sindacati per la trattativa. Il punto nodale anche per il futuro resta la missione industriale e la capacità di far uso degli strumenti messi a disposizione del Pnrr, per attivare i quali serve anche una regia istituzionale”. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Flex, i sindacati: "Saremo presto convocati a Roma"

TriestePrima è in caricamento