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Il Flash mob

Polemica Marina Julia: in duecento per fare il bagno vestiti

Questa mattina locali e membri della comunità bengalese si sono riuniti in spiaggia per dar vita al flash mob contro l'annuncio del sindaco

MONFALCONE - Più di 200 persone si sono radunate questa mattina a Marina Julia per il flash mob organizzato dall'Associazione Monfalcone Interetnica, un evento in risposta alle dichiarazioni del sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, riguardanti la questione della balneazione con indumenti. Lo ha riportato Il Goriziano. La manifestazione ha visto una partecipazione mista di locali e membri della comunità bengalese. Presenti anche il consigliere regionale Enrico Bullian, accompagnato dai colleghi Moretti e Fasiolo del Pd, dall’assessore palmarina Silvia Savi e dai consiglieri comunali monfalconesi Morsolin, Saullo, Giurissa e Bhuyan del Pd e Tomasella e Zoff rispettivamente di Turriaco e San Canzian. Il consigliere comunale di Monfalcone, Giurissa, ha criticato l'approccio del sindaco alla questione, sottolineando che "il tema dell’integralismo religioso è serio e complesso e non può essere liquidato con una battuta di mezza estate, soprattutto da chi rappresenta un’Istituzione." “Una bella manifestazione, importante il segno dato dal fatto che ci fossero sia italiani che bengalesi - ha aggiunto Alessandro Saullo de La Sinistra -. Tutto si è svolto in modo molto tranquillo e unitario da entrambe le parti in un clima di allegria”. Per Saullo, l'iniziativa è stata un'occasione per "riportare la dimensione del mare a quella di libertà e di tranquillità: il mare è un luogo di tutti, abbiamo voluto dare unitariamente un’idea di libertà”.

Le parole del sindaco Cisint

Dall'altra parte, il sindaco Cisint, rispondendo dagli Stati Uniti, ha difeso la sua posizione, ribadendo che la sua battaglia non riguarda i costumi da bagno, ma il decoro e la dignità della comunità. "La manifestazione boomerang della sinistra monfalconese è l'ennesima dimostrazione dell'isolamento di una protesta sistematica alle decisioni del Comune, una sinistra che si limita sempre più a una marginalità di attivisti militanti e non riesce ad attrarre le folle annunciate nei comunicati della vigilia. La città ha capito che la mia battaglia non è quella dei costumi da bagno ma quella del decoro e della dignità rivendicata dalla nostra comunità che anche nella scelta di entrare in acqua completamente vestiti ha però un simbolo che è la punta di un iceberg che è fatto di una lunga stagione di alterazione della convivenza civile che tocca il lavoro, la salute, il sociale, l'abitare e che ha come sottofondo il rifiuto a quelle pratiche più retrive che riportano a una visione dei comportamenti umani e della vessazione verso le donne che la nostra società non può accettare.

"Il senso più profondo della nostra azione è la presa di coscienza che è stato raggiunto il limite della sostenibilità sociale e urbana ed è indispensabile invertire la rotta nel modello produttivo basato sul vergognoso sfruttamento degli stranieri poveri regalatoci dall'ipocrisia della tolleranza praticata per tanti anni della sinistra", ha aggiunto il sindaco, ribadendo che Monfalcone è diventato un caso nazionale e che "la pressione migratoria sta cancellando l'identità della città". "La sinistra può arrampicarsi sugli specchi o camminare nell’acqua di Marina Julia, ma continua a stare dalla parte sbagliata degli interessi della città e dei monfalconesi, forse anche per cercare di camuffare le sue gravi responsabilità che hanno portato a questa situazione”, coclude.

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