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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca Isontino

Mascherine "pericolose": la Gdf di Gorizia ne sequestra altri 50 milioni

Dpi forniti dalla prima struttura commissariale. Sequestrati nel complesso circa 115 milioni di Dpi stimati nel valore in circa 300 milioni di euro. Trovate le responsabilità penali dei rappresentanti legali delle società fornitrici della struttura commissariale

Sequestrati dai Finanzieri del Comando Provinciale di Gorizia ulteriori 50 milioni di Dpi forniti dalla prima struttura commissariale per la gestione della crisi pandemica alle Regioni e da queste distribuite alle strutture sanitarie e alle amministrazioni pubbliche.

Già sequestrati 65 milioni

Quanto si va ora ponendo sotto sequestro, rappresenta il residuo di forniture per circa 250 milioni di pezzi approvvigionato dalla precedente gestione della struttura per l’emergenza, di cui 65 milioni già sequestrati nel corso delle attività avviate dallo scorso mese di febbraio, in quanto non conformi alle normative vigenti e pericolosi per la salute. Le analisi di laboratorio che precedettero i primi sequestri evidenziarono, infatti, che il coefficiente di penetrazione di questi dispositivi è decisamente superiore agli standard previsti. In alcuni casi, infatti, la capacità filtrante è risultata essere addirittura 10 volte inferiore rispetto a quanto dichiarato, con conseguenti rischi per il personale sanitario che le aveva utilizzate nella falsa convinzione che potessero garantire un’adeguata protezione.

300 milioni il valore complessivo

L’attività nel suo complesso ha permesso di sequestrare circa 115 milioni di Dpi pericolosi che l’analisi della documentazione acquisita ha consentito di stimare nel valore in circa 300 milioni di euro, nonché di condurre alle responsabilità penali dei rappresentanti legali delle società fornitrici della struttura commissariale.

L’operazione si inserisce nell’ambito dei controlli che la Guardia di Finanza effettua in maniera sistematica allo scopo di prevenire e contrastare le fenomenologie illecite correlate all’emergenza sanitaria in atto anche nel settore dell’importazione, produzione e commercio dei dispositivi di protezione individuale, a tutela della spesa pubblica, della leale concorrenza sul mercato e della sicurezza dei cittadini consumatori.

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