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La cronaca della cerimonia / Piazzale Europa

Mattarella a Trieste: "Università è libero dibattito e dissenso al potere"

Oggi la cerimonia di conferimento della laurea honoris causa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e all’ex presidente della Repubblica slovena Borut Pahor all’università di Trieste. Nei discorsi, molti riferimenti alle guerre in corso nel mondo

TRIESTE - Momenti di commozione e scrosci di applausi, riferimenti alle guerre del presente e del passato e al lungo percorso di riconciliazione culminato con la visita dei due presidenti ai monumenti simbolo degli orrori del confine orientale. Ma anche una celebrazione del ruolo dell’università come luogo dove coltivare il libero pensiero, per guidare la società in un percorso di pace, civiltà e progresso. Questi i temi sollevati durante la cerimonia di conferimento della laurea honoris causa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e all’ex presidente della Repubblica slovena Borut Pahor all’università di Trieste. E’ stato il rettore Roberto Di Lenarda a consegnare la pergamena e la toga nome dell’ateneo triestino, mentre sullo sfondo veniva proiettata un’immagine iconica: quella dei due presidenti, il 13 luglio del 2020, che si tenevano per mano davanti alla Foiba di Basovizza. Nella stessa giornata i due avevano compiuto lo stesso gesto di riconciliazione anche davanti al monumento agli antifascisti sloveni fucilati nel 1930. La laurea è stata infatti conferita a Mattarella e Pahor perché “hanno saputo coraggiosamente ripudiare la prospettiva angusta dell’egoismo nazionalistico, per perseguire invece una politica di riconciliazione”.

L'ARRIVO DEL PRESIDENTE: IL VIDEO

Grande partecipazione emotiva dell’uditorio per le lectio magistralis di Mattarella e Pahor. E’ stato in particolare un passaggio, pronunciato dal presidente della Repubblica, a suscitare un applauso spontaneo: “Le università sono sempre state luogo del libero dibattito, della critica e anche del dissenso nei confronti del potere. Dibattito, critica e dissenso collegati tra gli atenei di tutti i paesi, al di sopra dei confini e al di sopra dei contrasti tra gli stati. Se si recide questo collegamento, questo prezioso scambio di riflessioni, di collaborazioni, di esperienze, non si aiutano i diritti, non si aiuta la libertà né la pace, ma si indebolisce la forza del dibattito, della critica e del dissenso. Si aiuta il potere, quello peggiore, che ha sempre cercato di tenere isolate le università del proprio paese, di impedirne il collegamento con quelle oltre confine". Mattarella ha poi insistito sul ruolo dell’Europa nell’attuale scenario geopolitico: "Il progetto europeo è più che mai imprescindibile e urgente, alla luce anche della brutale e ingiustificabile aggressione della Federazione Russa ai danni dell'Ucraina. Ciò vale non solo nei confronti di Ucraina, Moldova e Georgia, ma soprattutto dei Paesi dei Balcani Occidentali che oltre venti anni addietro hanno iniziato questo impegnativo percorso di integrazione".

Sergio Mattarella e Borut Pahor a Trieste

L’ex presidente Borut Pahor ha poi espresso “grande gioia” per l’occasione, e ha specificato che il simbolico omaggio davanti ai due monumenti commemorativi "non era dovuto. Anzi era addirittura rischioso," poiché “andava contro pregiudizi saldamente radicati all'interno delle due comunità nazionali". "La cerimonia di oggi - ha dichiarato l'ex presidente -, che celebra la pace, la convivenza, il buon vicinato, l'amicizia e l'Europa unita, pacifica, sicura e prospera per tutti, è una buona occasione per riflettere se le guerre possono essere prevenute o se sono comunque inevitabili e predestinate". Poi, ha concluso Pahor rivolgendosi in italiano al presidente Mattarella: "Tu sei un grande statista e un mio grande amico, ho avuto fiducia in te nei momenti più difficili e ci siamo aiutati a vicenda, insieme abbiamo vinto. Per te sono riuscito a credere che persino in politica ci sia posto per la vera amicizia".

Un esempio di pacificazione tra i popoli, quello portato da Mattarella e Pahor, che risulta oggi di grande attualità, come ribadito anche dal rettore Di Lenarda nel suo discorso introduttivo: “Queste lauree honoris causa testimoniano il profondo legame tra l’Università di Trieste, l’Italia e la Slovenia. Questi paesi condividono una storia comune e una visione di futuro basata sulla solidarietà, la giustizia e la pace nell’ambito della comune casa europea”. Di Lenarda ha infine fatto riferimento agli attuali scenari di guerra e del ruolo dell’università nello sviluppo di un’”analisi critica” di fronte a un progresso tecnologico che “non si traduce automaticamente in un progresso della democrazia, della convivenza pacifica e della giustizia sociale”. "I presidenti - ha concluso il rettore - continuino a essere guide illuminate per i nostri paesi e per l'Europa".

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