Lavoratori stranieri: scintille in Consiglio regionale per la proposta di legge sull'immigrazione
Approvata la pdln 18: se prima era sufficiente un reddito annuo di 8975 euro per far arrivare in Italia un familiare, viene ora proposto un limite di reddito di circa 17-18mila euro lordi. Reciproche accuse di scelte ideologiche da maggioranza e opposizione
Accesa discussione in Consiglio regionale sul tema immigrazione: è stata infatti approvata ieri, con voto contrario dell'opposizione, la proposta di legge nazionale 18, che alza i parametri di reddito per chiedere il ricongiungimento familiare da parte dei lavoratori stranieri. Una proposta della Lega, con primo firmatario Antonio Calligaris, che interviene sul Testo unico sull'immigrazione del 1998: se prima era sufficiente un reddito annuo di 8975 euro per far arrivare in Italia un familiare, viene ora proposto un limite di reddito di circa 17-18mila euro lordi.
Per i successivi eventuali ricongiungimenti di altri parenti, invece, si richiedono non più 12mila ma circa 23mila euro per due familiari e non più 18mila ma circa 35mila per tre persone in più da inserire nel nucleo familiare. Anche le tempistiche sono modificate: il diritto al ricongiungimento si potrà richiedere non dopo un anno di soggiorno, ma dopo due. Il primo firmatario ha indicato inoltre la necessità di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. La discussione è stata molto accesa in aula, con reciproche accuse di ideologia da parte di oposizione e maggioranza.
Chiamata più volte in causa la situazione di Monfalcone, dove una consistente parte della popolazione viene dal Bangladesh per il gran numero di lavoratori stranieri impiegati nei subappalti di Fincantieri e a questo proposito Diego Moretti (Pd) ritiene che "Il problema va gestito senza scorciatoie ideologiche: se è vero che c'è il tema della dignità del lavoro nei subappalti della cantieristica, non si risolve certo impedendo il ricongiungimento familiare che è l'unico elemento di integrazione". Andrea Ussai (M5S) ha invece parlato di "legge-bandiera, con norme sproporzionate che hanno l'obiettivo di impedire i ricongiungimenti".
Dall'altra parte della barricata Giuseppe Sibau (Progetto Fvg/Ar): "Non sono certo contrario ai ricongiungimenti, ma è innegabile che consentire di portare qui persone con un reddito familiare inferiore a 9mila euro significa gravare sui servizi di assistenza dei Comuni. Portare questo reddito da 9mila a 17mila può anche essere visto - ha aggiunto Sibau - come un incentivo ai datori di lavoro affinché paghino di più questi lavoratori di cui evidentemente hanno bisogno".
L'assessore Pierpaolo Roberti ha invece tentato un approccio conciliante: "bisogna stabilire se la cifra prevista oggi è sufficiente a mantenere se stessi e i familiari, io credo che questo potesse valere nel 1998 ma non oggi. I 17mila euro annui sono troppi? Troviamo insieme un altro parametro. E il problema non è il salario minimo, che noi peraltro non possiamo stabilire, ma il meccanismo che consente di portare in Italia molti familiari con un modesto incremento di reddito".