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Lunedì, 29 Aprile 2024
Vita del porto

Operaio morto in porto, D'Agostino "striglia" Trieste Marine Terminal

Si è svolto questa mattina il tavolo in prefettura per fare il punto sulla sicurezza dopo il tragico decesso di Paolo Borselli. Il presidente dell'Autorità portuale: "Il tema è quello di aver individuato la via che tutti devono seguire. Lo Stato c'è". Molti i punti discussi

TRIESTE - Ricollocamento dei lavoratori più anziani, valorizzazione del ruolo del responsabile dei lavoratori per la sicurezza nel sito produttivo, un “organismo snello” che vigili sulla sicurezza e una regia centralizzata a livello nazionale delle autorità portuali, che vigileranno sul rispetto degli standard minimi, con la possibilità di sospendere (fino alla revoca) i terminalisti operanti nel porto. Sono questi alcuni dei punti discussi durante il tavolo in prefettura, convocato con urgenza in seguito alla tragica morte di Paolo Borselli, portuale triestino deceduto mentre lavorava a bordo di un muletto nell’area del Molo VII.

D'Agostino: "Lo Stato c'è"

Presenti all'incontro il prefetto Pietro Signoriello, il presidente dell’Autorità Portuale Zeno D’Agostino, i rappresentanti dei sindacati Cgil, Cisl, Uil, Usb e Ugl e di Inail, Inps e Capitaneria di porto. Alcuni dei presenti, tra cui il presidente D’Agostino, hanno presentato alcuni argomenti a favore del ricollocamento delle persone anziane, affinché non lavorino più in banchina e affrontino mansioni più leggere. “Si è parlato anche di accompagnamento alla pensione - ha spiegato Massimiliano Generutti di Usb - anche se il Ministero dell’Economia e delle Finanze aveva dato parere contrario. Il presidente D’Agostino è intervenuto con forza e autorevolezza su Tmt. "Il tema è quello di indiviuare i pilastri volti ad indicare a tutti la via. C'è la questione delle certificazioni, la sicurezza di chi lavora in banchina, l'utilizzo di tecnologie e la formazione. Abbiamo raggiunto dei risultati importanti rispetto a ciò che eravamo, ora va fatto un ulteriore passo". 

Le parole di Usb

Il prefetto Signoriello ha insistito sulla necessità di costituire entro poche settimane un organismo snello, un tavolo di specialisti composto da capitaneria, Rlss di sito, due figure tecniche di nomina sindacale, due terminalisti in rappresentanza dei 12 presenti nel porto e Inail. “Sarà inoltre necessario organizzare una formazione omogenea sulla sicurezza perché adesso è totalmente frammentata e ogni terminalista ha la sua procedura” ha spiegato Generutti, specificando che “Usb chiederà che l’Autorità portuale imponga dei minimi di sicurezza sulle varie lavorazioni e questi minimi dovranno essere rispettati pena un percorso che porti alla sospensione delle attività delle aziende fino ad arrivare alla revoca. Le varie autorità portuali non potranno essere abbandonate a se stesse, sarà necessario un intervento normativo che attribuisca compiti specifici sulla sicurezza alle autorità portuali e che dia il supporto legale, perché quando c’è un’azione di sospensione possono esserci dei ricorso al Tribunale ordinario, il che potrebbe rappresentare un deterrente a intervenire”.

Più responsabilità da parte delle imprese

Soddisfazione è stata espressa anche da parte di Valentino Lorelli della Filt Cgil. “Il percorso tracciato è positivo. Nel giro di un mese si costituirà un gruppo tecnico che dovrà definire a breve alcuni provvedimenti da assumere rispetto alla sicurezza nel porto. Noi abbiamo insistito sull’urgenza di intervenire sulla protezione delle banchine e la presenza di una sola persona a operare in queste situazioni” oltre a “utilizzare di più le tecnologie, valorizzare il ruolo degli rls di sito e c’è bisogno di un’assunzione della responsabilità da parte delle imprese, perché queste cose non sono ovviamente tollerabili”. 

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