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Lunedì, 29 Aprile 2024
La testimonianza

Parla l'agente aggredito in via Giulia: "Escalation di violenza dal 2020"

Condizioni di lavoro sempre più difficili per la Polizia locale. Dall'arrivo del Covid un aumento esponenziale dell'aggressività, mentre le nuove leggi e la burocrazia intensificano il traffico veicolare. L'agente: "Sempre più colleghi aggrediti, un infortunio ogni due mesi"

La violenta aggressione in via Giulia a un agente di polizia locale non sarebbe un caso isolato ma la punta dell’iceberg in un contesto di aggressività in aumento nelle strade di Trieste. Un fenomeno che, dall’inizio della pandemia, assume contorni e dimensioni sempre più inquietanti. Lo testimonia lo stesso agente aggredito lo scorso mercoledì che, nel descrivere la dinamica del singolo fatto, spiega come i mutamenti sociali, economici e legislativi, più o meno dipendenti dalla piaga del Covid, abbiano creato condizioni sempre più difficili per gli operatori della sicurezza.

Relativamente alla singola aggressione dell’altro ieri, l’agente spiega come l’alterco si sia originato per motivi all’apparenza futili: “Ho fermato il conducente di un ciclomotore che stava facendo una manovra anomala in via Giulia e, senza sanzionarlo, gli ho detto di prendere la rotonda la prossima volta, anche per la sua incolumità. A quel punto l’avventore di un locale nelle vicinanze si è alzato e mi ha raggiunto, come per difendere il conducente”. 

Insulti e botte ad un agente della Polizia Locale: due denuciati

Nonostante l’intervento di un amico dell’aggressore e la presenza di ben due agenti, la situazione ha richiesto l’intervento di altre pattuglie vista l’incontenibile aggressività dell’uomo (palese anche nel video diventato virale sul web): “Era molto sudato – spiega l’aggredito -, tanto che la pelle era scivolosa ed era difficile bloccarlo. Mi ha dato un pugno in faccia facendomi volare gli occhiali. Quando sono caduto a terra è intervenuta la mia collega, ma è stato comunque necessario chiamare altri rinforzi. In cinque siamo riusciti a immobilizzarlo, ma prima di entrare nell’auto di servizio ha preso a calci la portiera, danneggiandola fino a renderla inservibile”.

Chi ogni giorno monitora le strade parla di una città e di un tessuto sociale che, come il mondo intero, sta mutando rapidamente: “La gente è sempre più aggressiva negli ultimi due anni, dal Covid in poi l’aumento è esponenziale. Circa ogni due mesi qualche collega finisce in ospedale per un’aggressione. Anche le nostre tecniche di approccio sono diventate sempre più ‘tranquille’, per evitare reazioni violente”.

Il cambiamento risalirebbe all’inizio del 2020: “Durante i lockdown – sostiene l’agente – la gente era esasperata. Eravamo preposti a controllare le certificazioni, era vietato spostarsi a 200 metri da casa e i dpcm non erano sempre facili da applicare sulle strade. Inoltre per noi è difficile difenderci adeguatamente, le leggi sono sempre più stringenti e limitano la nostra capacità decisionale, oltre al fatto che siamo sempre più esposti alle denunce”.

Sempre a causa del Covid, spiega l’agente, sono stati bloccati i corsi di difesa personale, compresi quelli per il corretto uso dello spray al peperoncino. Questo diventa un problema specialmente per le nuove leve, visto che gli agenti con più esperienza hanno già seguito corsi in precedenza. 

Condizioni sempre più ostiche per il lavoro della polizia locale, anche per l’intensificazione del traffico veicolare, dovuta a diversi fattori: “L’obbligo di mascherina sugli autobus porta le persone a percepire i mezzi pubblici come potenziali focolai, quindi li evitano e tendono a spostarsi con mezzi propri. Inoltre, oggi, le attività commerciali vengono tassate di più se tengono troppa merce nei magazzini e adesso, invece di chiamare i fornitori una volta al mese, lo fanno ogni tre giorni, moltiplicando la presenza di furgoni sulle strade”.

Non ultimi i social e la velocità dei mezzi di comunicazione, che portano a un aumento delle segnalazioni e degli interventi e a volte favoriscono tempeste mediatiche e aggressività, anche organizzata. 

Le recenti criticità si aggiungono a quelle di lunga data, come la carenza di organico nella Polizia locale e un problema relativo ai pensionamenti visto che, per gli operatori, non vige l’età pensionabile minima prevista per le altre forze dell’Ordine. “Alcuni agenti sono ultrasessantenni, in alcuni casi andranno in pensione a 67 anni – spiega il nostro testimone -. Veniamo equiparati a qualunque dipendente comunale anche se le mansioni sono ben diverse”.

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