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Giornata mondiale dell'acqua, Laterza: "La gestione della rete idrica triestina ritorni pubblica"

Per il consigliere comunale, che ha evidenziato il calo di dipendenti e degli investimenti da parte di Hera, a fronte di utili in crescita, "i triestini hanno già detto la loro con il referendum del 2011"

TRIESTE - "Nella giornata mondiale dell'acqua è necessario rinnovare la riflessione su come questo bene, essenziale per la vita umana, viene gestito nella nostra città. Trieste ha l'occasione storica di allinearsi al resto del territorio regionale, riportando in house il servizio, in coerenza con il risultato referendario del 2011 sull’acqua pubblica". Ha esordito così il consigliere comunale di Adesso Trieste Riccardo Laterza ritornando sulla questione emersa nel corso dello scorso Consiglio comunale, dove si è discusso del rinnovo del patto di sindacato dei soci pubblici di Hera, gruppo che gestisce le reti idriche e gas della città. "La maggioranza - ha evidenziato Laterza - ha tentato di far passare questo atto come una mera formalità tecnica che non richiedeva discussione. In realtà si tratta dello strumento grazie al quale il Comune ha potuto vendere, dal 2015 al 2018, 10,4 milioni di azioni del gruppo, perdendo così in questi anni quasi 8 milioni di euro di dividendi, e con il quale in futuro potrà vendere ancora 9,2 milioni di azioni libere". Per il consigliere comunale di minoranza "è evidente l’ipocrisia della destra che nel 2015 dall'opposizione aveva fatto le barricate contro questo strumento, che oggi rinnova come se nulla fosse. L'allora consigliere Bertoli, ad esempio, che sulla volontà di deliberare la vendita di quasi 15 milioni di azioni aveva parlato dell' impatto che questa poteva avere sul bilancio già del successivo esercizio", pochi anni dopo ha dato il via libera alla vendita di 7,2 milioni di azioni. Nel frattempo Hera, anche a causa del calo della quota pubblica, è sempre meno un’azienda erogatrice di servizi e sempre più una holding finanziaria". 

"Calano i dipendenti e gli investimenti"

Laterza ha anche rimarcato come "a fronte di utili in costante crescita Hera ha cancellato un quinto dei propri posti di lavoro a Trieste nell'ultimo decennio - da 1.000 a 787 dipendenti - e ha diminuito gli investimenti. Non è un caso che questo voto sia arrivato nel bel mezzo di una mobilitazione nazionale che coinvolge tutte le sigle sindacali maggiormente rappresentative in Hera. I lavoratori peraltro chiedono, tra le altre cose, il rispetto del protocollo d'intesa firmato anche dal Comune nel 2013, che richiamava l'ente a vigilare sul mantenimento dei livelli occupazionali sul territorio. Non è nemmeno un caso se, nel frattempo, l'azienda registra una delle percentuali più basse di raccolta differenziata di tutta Italia - 44,4% nel 2021 -, perdite consistenti della rete idrica - 38,9 per cento nel 2020, contro una media regionale del 34 per cento - e bollette dell'acqua tra le più salate a livello nazionale - 606 euro per 192 metri cubi di consumo, contro la media regionale di 448 euro, con un aumento del 7,2 per cento sull'anno precedente -".

"Nel 2027 scade la concessione desl servizio idrico"

A detta di Laterza, inoltre, "è evidente il legame tra le politiche finanziarie del gruppo Hera, concentrato a distribuire dividendi crescenti ai soci, sempre più privati, le sue politiche industriali, che prevedono scarsi investimenti sul territorio, riduzione e impoverimento della forza lavoro, e il peggioramento della qualità del servizio. In questo quadro, il patto di sindacato è uno dei tasselli che contribuisce alla quasi totale perdita di controllo da parte del pubblico sulla gestione di servizi essenziali quali acqua, gas e rifiuti. Abbiamo votato no a questo rinnovo, con lo sguardo al futuro, in quanto nel 2027 scade la concessione del servizio idrico integrato della città ad AcegasApsAmga, mentre la rete gas è già in proroga da anni".

"Occorre riportare in house il servizio"

Per il consigliere della lista civica "occorre riportare in house il servizio, in coerenza con il risultato referendario del 2011 sull’acqua pubblica. Tutti gli altri 6 gestori delle reti idriche della Regione sono già oggi infatti società interamente pubbliche. quindi la gestione privata di AcegasApsAmga costituisce l'eccezione e non la regola. Lotteremo perché si raggiunga questo obiettivo e si dia, finalmente, una risposta a quegli 85 mila triestini che nel 2011 votarono sì al referendum sulla gestione dei servizi pubblici locali". 

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