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Venerdì, 26 Aprile 2024
Salute e prevenzione

Sanità: discusso il Piano regionale per recuperare i ritardi nella prevenzione

La Commissione, a fine seduta, ha espresso parere favorevole sul testo che si fonda su due cardini: la correzione dei percorsi di domanda di salute e l'alleanza sociale che allarga il campo al terzo settore e al volontariato

E' stato oggi discusso in III commissione il Piano regionale della prevenzione 2021-2025. Come dichiara l'assessore alla Salute Riccardo Riccardi "Si tratta di un Piano che punta a recuperare il ritardo della nostra Regione sul tema della prevenzione, che per alcuni aspetti abbiamo scontato nella campagna di vaccinazione". La Commissione, a fine seduta, ha espresso parere favorevole sul testo che si fonda su due cardini: la correzione dei percorsi di domanda di salute e l'alleanza sociale che allarga il campo al terzo settore e al volontariato.

Il piano

"I piani non sono dei paracarri - ha chiarito il vicegovernatore - e quindi dobbiamo considerare un margine di elasticità che ci consenta di interpretare il documento non in maniera statica, ma capace di essere integrato in relazione ai cambiamenti che intercorrono, come ci ha insegnato la pandemia". Riccardi ha poi sottolineato due questioni legate all'applicazione del Piano. In primo luogo il personale, la cui carenza "è legata a una competenza sul tema che ricade sullo Stato, a cui spetterebbe risolvere i problemi relativi ai criteri di formazione e di reclutamento che rendono difficoltosa la capacità di avere a disposizione un numero adeguato di professionisti". Per risolvere il problema, come ha ricordato l'esponente dalla Giunta, la Regione è anche ricorsa al riconoscimento dei titoli di studio extra Ue al fine di ovviare momentaneamente e limitatamente alle criticità in essere.

"Una misura - ha aggiunto - utilizzata dalle altre Regioni ben prima di noi in forza di un intervento statale. Ma si tratta di un provvedimento tampone che non può essere considerato risolutivo". Altro punto quello del rapporto con i medici di medicina generale. "Confidiamo - ha auspicato Riccardi - in un buon esito dell'interlocuzione in atto tra le Regioni e il Governo nell'ambito di una soluzione che possa prevedere, da un lato uno snellimento degli oneri burocratici e amministrativi che ricadono sui medici di famiglia e dall'altro un'integrazione più sistematica degli stessi professionisti nella sanità pubblica".

Le critiche

Il consigliere Honsell (Open Fvg), per spiegare il suo voto contrario, ha parlato di "un lavoro estremamente articolato, antologico ed enciclopedico, ma privo di un aggancio immediato con un'operatività in grado di dare risposte a tutte le sollecitazioni che arrivano dal territorio", mentre Roberto Cosolini (Pd) ha definito il piano "un adempimento più che uno strumento di lavoro. Avrei preferito attendere altri 8-10 mesi per poter contare su un'analisi di contesto molto più aggiornata che tenesse conto di una realtà ormai profondamente cambiata".

Liguori, dal canto suo, ha suggerito che "il reclutamento di medici e infermieri extra Ue costituisce infatti solo una cura palliativa dettata dall'emergenza che, però, non rafforza il sistema regionale". Sul fronte Partito democratico, anche Nicola Conficoni ha invitato "a focalizzare l'attenzione sulle risorse umane, perché è necessario comprendere quante saranno destinate alle singole aziende".

Il pentastellato Andrea Ussai (M5S) ha convenuto con i colleghi toccando anche i temi "della prevenzione, delle risorse e di un personale che non può essere inventato ma che, altresì, va formato con evidenti criticità nel reperirlo, a causa di una programmazione carente a livello nazionale e regionale". 

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