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Cronaca

Scuola e università: i dipendenti senza green pass rischiano la sospensione dal primo settembre

La norma riguarda insegnanti, collaboratori scolastici e tutto il personale del mondo dell'istruzione. Da mercoledì, senza la certificazione verde, saranno considerati assenti ingiustificati e finiranno in aspettativa non retribuita. Contraria Flc - Cgil

Il personale scolastico sprovvisto di green pass rischia la sospensione a partire dal primo settembre: secondo le nuove disposizioni in vigore da quella data, infatti, chi non è vaccinato, guarito da meno di sei mesi o con un tampone negativo sarà considerato in assenza ingiustificata e a decorrere dal quinto giorno di assenza perderà anche il compenso, finendo in aspettativa non retribuita. Un provvedimento che non riguarda solo gli insegnanti ma tutto il personale afferente al ministero dell’Istruzione, tra cui il personale Ata e quello delle cooperative che gestiscono i servizi nel mondo dell’istruzione, come le biblioteche universitarie. Da mercoledì, quindi, a questi dipendenti sarà di fatto interdetto l’accesso al luogo di lavoro in mancanza di certificazione verde.

Come già accaduto per gli operatori sanitari no – vax, alcuni dipendenti in tutto il Fvg, come in altre regioni, hanno presentato una diffida contro questo obbligo. Un servizio del Tgr Fvg parla di 116 dipendenti, per lo più di lingua slovena, che hanno fatto ricorso, e il numero è sicuramente destinato a crescere. Al momento si sa che, almeno per quanto riguarda i lavoratori della sanità, i ricorsi sono stati respinti e non si ha notizia di accoglimenti neanche tra il personale scolastico.

Nelle situazioni di lavoro che prevedono orari flessibili ci sono delle trattative in corso, alcuni dipendenti potrebbero infatti lavorare in part time verticale per concentrare le ore in un periodo coperto dal tampone negativo, da effettuarsi comunque a spese del lavoratore. Soluzioni che, nel lungo periodo, non sembrano propriamente sostenibili, oltre che non applicabili a tutti i profili professionali.

Non si ha ancora contezza di quanti siano in Fvg i dipendenti sprovvisti della certificazione, ma secondo i dati aggiornati al 23 luglio dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, la nostra regione sarebbe ai vertici della classifica italiana in termini di personale scolastico vaccinato: una dose, a quella data, era stata infatti inoculata al 97,30% dei lavoratori in questione e due dosi al 92,92%, dati che, ci vedevano secondi solo alla Campania.

Contraria alla normativa la Cgil, come dichiara il segretario provinciale Flc – Cgil Matteo Slataper: “siamo favorevoli ai vaccini ma contrari alla legge, riteniamo che a norma della Costituzione nessuno possa essere obbligato a un trattamento sanitario se non per disposizione di legge, un obbligo vaccinale non può essere introdotto tramite contratti, intese sindacali o impedendo l’ingresso ai posti di lavoro. Il lavoro è un diritto costituzionale primario, e per questo chiediamo tamponi gratuiti come in altri paesi europei”.

Secondo Slataper “sarebbe stato più opportuno investire in sicurezza nelle scuole e nel trasporto pubblico, soprattutto aumentando il personale per creare classi meno affollate. Inoltre in questi mesi la campagna d’informazione è stata di pessima qualità e ha puntato sull’eccezionalità delle informazioni più che sulla correttezza scientifica delle stesse. Questo ha creato paura e incertezza, sarebbe stato il caso di fare informazione corretta basata su dati scientifici certificati, mentre si è creato un dibattito radicalizzato tra pro e contro. Auspichiamo un abbassamento dei toni e soprattutto un intervento organico sulla sicurezza nelle scuole, che nemmeno la pandemia è riuscita ad attivare”.

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