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Centri anti mobbing: cresce l'affluenza, soprattutto tra le donne

Dati emersi dalla presentazione dell’attività dei centri regionali anti mobbing, presentati oggi in Regione dall’assessore al Lavoro Alessia Rosolen

TRIESTE - Cresce l’affluenza, soprattutto delle lavoratrici donne, agli sportelli antimobbing della Regione e il fenomeno del mobbing è diffuso soprattutto nel settore impiegatizio e nel privato. Per il momento, a lovello regionale, si parla di "dati in leggero aumento". Sono numeri emersi dalla presentazione dell’attività dei centri regionali anti mobbing, presentati oggi in Regione dall’assessore al Lavoro Alessia Rosolen.

Sono stati anche illustrati i dati del neocostituito punto di ascolto a Trieste in via dei Capitelli 2, gestito dall’Anolf (Associazione nazionale oltre le frontiere). Trattandosi di una realtà avviata solo lo scorso aprile dopo cinque anni di chiusura, i dati si basano su 14 casi, di cui quattro uomini e dieci donne, per la stragrande maggioranza sopra i 41 anni (sei nella fascia 41-50 e altri sei dai 51 in su). A differenza di altri capoluoghi, le segnalazioni prevalgono nel settore pubblico, vista la presenza di numerosi enti amministrativi nel territorio del nostro comune. Tra le tipologie di vessazioni troviamo principalmente umiliazioni e critiche rivolte dai datori di lavoro (il 35 per cento), seguite da marginalizzazione e isolamento, eccesso di controllo da parte dei responsabili, attribuzioni di compiti eccessivi per aumentare il livello di stress nella persona e svuotamento delle mansioni. Si tratta, in particolare, dell classico esempio in cui, al ritorno da un periodo di assenza per malattia, maternità o altro, il lavoratore trova “svuotata” la propria postazione lavorativa.

Parlando del punto d’ascolto di Gorizia, che ha una storia molto più lunga, si notano variazioni che sono abbastanza in linea con quelle degli altri capoluoghi. Si parla, in particolare, di un aumento dell’affluenza da parte delle donne (dal 59 per cento dell’anno prima al 69 per cento di quest’anno). Questo per molteplici fattori, è stato spiegato in conferenza stampa: “le donne sono più portate a chiedere aiuto ma sono anche spesso più ‘bersagliate’ negli ambienti di lavoro, soprattutto in fase di maternità”. In crescita anche le richieste d’aiuto da parte di lavoratori con contratto a tempo determinato, poiché, è stato spiegato, in passato chi aveva un contratto a termine non veniva al punto d’ascolto ma preferiva resistere fino all'ultimo per poi lasciare il lavoro. Ora si chiede aiuto e si cerca di risolvere la questione sul posto di lavoro anche per un fattore di scarsità dell'occupazione. Sempre a Gorizia, aumenti eclatanti si registrano nelle tipologie di disagio lavorativo: sono di più rispetto all’anno scorso (dal 32 al 40 per cento) i lavoratori che segnalano un disagio in occasione di mutamenti all’interno dell’azienda (fusioni, accorpamenti o altro). Raddoppiano invece gli utenti che lamentano, come tipo di vessazione, l’eccesso di controllo da parte del responsabile (dal 10 al 20 per cento).

L’assessore Rosolen ha dichiarato che “Il Friuli Venezia Giulia è una delle pochissime regioni che dal 2005 svolge quest’azione all’interno del territorio regionale in maniera complessiva e complessa. Infatti copriamo tutte le sedi delle ex province del territorio regionale con un servizio completamente gratuito e che non solo ci serve per dare risposte attraverso la rete delle organizzazioni sindacali e delle associazioni di settore e istituzioni nazionali ma serve a darci una fotografia di come il lavoro cambia rispetto a un tema della qualità del lavoro”.

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